Si chiamavano “MacBook Leather Sleeve”, custodie in pelle per MacBook. La pelle è cuoio italiano e sicuramente possiamo dire che si sia trattato di un prodotto pensato dallo staff più vicino a Jony Ive, l’ex designer di tanti prodotti Apple, per la tipologia di materiali usati e per l’essenzialità. E per il costo.
Da pochi giorni però le Sleeve nelle varie taglie sono state silenziosamente ritirate dal sito di Apple e non si trovano più neanche negli Apple Store, a meno che non ci siano delle rimanenze (così come negli Apple Premium Reseller). È, insomma, arrivato a fine corsa uno degli accessori più unici ed elitari mai realizzati da Apple.
Storia di un prodotto
Quando sono state introdotte, le MacBook Leather Sleeve (questo il nome completo) erano infatti uno dei prodotti più esclusivi che facevano da complemento per gli acquirenti di un nuovo MacBook con schermo da 12 pollici. L’ultrapiccolo di Apple, che aveva preso il posto del MacBook Air 11, aveva infatti anche una esclusiva cover in pelle italiana disponibile in tre colori (il più bello però era il blu) che aveva anche un prezzo piuttosto elevato: 99 euro. Erano chiaramente ispirate dalle cover di pelle degli iPhone, alternativa più costosa e “genuina” di quelle in silicone, ma anche più costose.
Le Sleeve sono fatte da due fogli di cuoio cuciti assieme facendo combaciare i bordi superiore e inferiore: un tipo di cucitura solida e che crea anche un impicciolimento dello spazio interno con l’acquisto però di un po’ di protezione. Il lato aperto consente l’inserimento del MacBook ed ha una fodera interna in microfibra per evitare graffi. Nessuna parte in metallo, come la migliore tradizione di questo tipo di prodotti, e due finezze: quattro spazi ribattuti per ospitare i piedini del computer e un “verso” unico per inserirlo, in maniera tale che il taglio sul lato potesse consentire di inserire un cavo Usb-C nell’unica porta dati e ricarica del computer al fine di continuare a caricarlo.
Un successo contenuto
Per usare un eufemismo, né il computer in questione né la custodia hanno avuto un successo entusiasmante. Il MacBook per via del processore “lento” e della tastiera quasi inutilizzabile (soprattutto nella prima generazione), lo Sleeve per via di un prezzo fuori mercato e una qualità non molto continua tra i pezzi. La pelle ribattuta infatti si presentava in alcuni esemplari come molto “invecchiata” e comunque il prodotto mostrava segni di uso dopo pochissimi giorni.
Nonostante questo, Apple negli anni successivi ha prodotto versioni per MacBook Air tradizionale, per MacBook Pro 14 e 16. In questi ultimi due casi creando delle Sleeve di dimensioni veramente generose: delle “bustone” di pelle piuttosto grandi e privo ad esempio di quell’effetto protezione sui bordi dato dalla relativa grande dimensione delle cuciture rispetto alle dimensioni e peso del MacBook 12 pollici. Sul MacBook Pro 16 praticamente le cuciture scomparivano rispetto soprattutto al peso del computer.
Il prodotto, di per sé, aveva un altro problema. Posizionato come scelta premium per non far fuori il fiorente mercato delle cover delle terze parti, ha sempre avuto un cartellino del prezzo piuttosto elevato e una protezione meccanica decisamente contenuta. Insomma, una cover in cerca di un acquirente, più che il contrario.
Il problema nascosto
C’è però un altro motivo se Apple ha forse deciso di far fuori la cover di pelle. Ed è che è fatta di pelle. Nel senso che per realizzare questa protezione di genuino cuoio italiano (anzi, Toscano per essere più precisi) è necessario “uccidere” delle mucche. Non è un prodotto vegano, insomma.
E se pure non si può calcolare l’impatto ambientale di questo tipo di attività per la realizzazione di un prodotto, è certo che da un punto di vista etico le Sleeve sono più un problema che non una opportunità. E anzi, forse non hanno particolarmente attirato l’attenzione di ambientalisti e di persone attente al consumo di materiali non tanto per la sua identità indifendibile da questo punto di vista, bensì per il suo successo molto piccolo che l’ha reso un prodotto di nicchia e decisamente poco noto.
Che poi Apple stesse per abbandonarlo era forse intuibile anche da un altro fatto: l’azienda non ha realizzato delle cover di questo tipo per i nuovi MacBook Pro 14 e 16, che hanno una forma tale da non poter essere utilizzati con le protezioni dei computer precedenti. E anche il nuovo MacBook Air M2 non ha più una forma tale da essere compatibile con una cover della generazione MacBook Air M1 o Macbook Pro 13.
Un prodotto finito o un nuovo prodotto in arrivo?
Non sappiamo cosa Apple voglia fare, ovviamente. Né dal punto di vista dell’eventuale successore della MacBook Leather Sleeve né dal punto di vista delle custodie per iPhone che invece sono un prodotto di massa che genera un fatturato consistente.
C’è però un’ultima riflessione possibile: come è successo per i prodotti ex in pelle ora trasformati in prodotti vegani, ad esempio portafogli, borse e via dicendo, forse una soluzione potrebbe essere pensata da Apple.
E una Sleeve che sia fatta un filo meglio con una funzionalità adeguata (l’intaglio presente nella versione del MacBook 12, ad esempio, non era presente in quella del MacBook Pro 13) e materiali gradevoli al tatto e al tempo stesso protettivi per un computer “leggero” potrebbe avere senso. Anzi, non è escludibile che Apple non ci stia pensando e che non possa sbarcare nei suoi negozi online ed offline, a un certo punto. Per adesso, non ce n’è notizia, però.
Su Amazon sono ancora disponibili in numero limitato e con sconto diversi modelli di cover nella sezione Apple dello store online. Li trovate a partire da questa pagina.