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Apple ha ascoltato gli utenti: bentornata nuova vecchia tastiera

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La Apple è al meglio quando ascolta i suoi clienti. Perché, se è vero come diceva Steve Jobs che bisogna innovare e non dare quel che il pubblico chiede (altrimenti, diceva Jobs citando Henry Ford, “anziché automobili le persone avrebbero continuato a chiederci carrozze più veloci”) è altrettanto vero che il rischio per ogni grande azienda diventata gigantesca è peccare di hybris, essere tracotante come dicevano gli antichi greci, e quindi attirare l’ira degli dei.

Il MacBook Pro 16 appena presentato, che alcuni osservatori hanno definito “il primo dell’era post-Jony Ive” (senza però avere alcuna base per dirlo e forse, anzi, prendendo una storica cantonata), è infatti contemporaneamente qualcosa di cui rallegrarsi e di cui non bisognerebbe rallegrarsi.

In una serie di incontri tenutisi a New York con la stampa americana (ma probabilmente qualcosa del genere è accaduto anche in Europa, ci dicono i nostri uccellini) Phil Schiller e i suoi hanno presentato i primi MacBook 16 alla stampa, come avete letto nelle nostre cronache.

Bentornata nuova-vecchia tastiera

I computer partono dallo stesso prezzo e integrano lo stesso processore della generazione a 15 pollici che vanno a sostituire, e sostanzialmente la stessa impostazione (tanto è che è difficile distinguerli). Ma è nei dettagli che si trovano le grandi differenze. Perché Apple ha ascoltato ed è ritornata sostanzialmente sui suoi passi, facendo quel che era necessario fare secondo moltissimi osservatori.

Cominciamo dallo spessore: il computer è leggermente più alto, praticamente un millimetro o qualcosa di più. E questo esile, flebile segnale è invece un grande indicatore che è passata l’epoca del “sottile a tutti i costi”, in cui si sacrifica la funzionalità e l’usabilità in cambio di una struttura sempre più “slim”, sempre più sottile.

Il leggero spessore permette di ospitare una batteria che dà sostanzialmente più fiato al computer (casomai ce ne fosse bisogno) e soprattutto una impostazione della termica che permette allo stesso hardware di performare meglio, secondo quanto raccontano i primi osservatori che l’hanno provato). Questo grazie sostanzialmente a quel microscopico spazio preteso dagli ingegneri per ragioni tecniche e funzionali, e non più cancellato dai designer per ragioni estetiche.

Bentornata nuova-vecchia tastiera

Lo stesso spazio permette anche di accomodare la tastiera con meccanismo di attuazione a forbice e non a farfalla, di cui si è tanto parlato. Una tastiera fatta per essere usata e non per essere guardata, come hanno sottolineato molti commentatori. Una tastiera che permette di sfruttare al meglio la potenza del computer e l’ampiezza del suo schermo per varie categorie di utenti professionali a partire dagli sviluppatori – il pubblico principale di questa tipologia di macchina per volumi secondo l’opinione di chi sta scrivendo – che passano le giornate con le dita sulla tastiera a scrivere e correggere il codice.

La tastiera non ha solo un meccanismo di attuazione diverso, ma ha anche una corsa maggiore (un millimetro anziché mezzo millimetro, cosa che fa tutta la differenza), una maggiore spaziatura fra i tasti, non più isole “attaccate”, e poi due cambiamenti interessanti.

Sono entrambi cambiamenti pensati per qualcuno che utilizza la tastiera molto e per di più senza guardare: il ritorno del tasto fisico per avere un Esc, che in redazione avevamo notato più volte come fosse scomodo. Ricordiamo ad esempio la recensione nel 2017 dell’ultima generazione di MacBook Pro 15, ad esempio: “qualche cosa ancora non ci piace, come la presenza del tasto Esc a sinistra, che rischia di essere premuto erroneamente quando usiamo la tastiera non per scrivere ma per le scorciatoie dei tasti”).

tastiera macbook pro 16

Oppure l’altro piccolo-grande cambiamento relativo alla forma dei tasti freccia: erano da sempre disposti a T rovesciata, cioè con due spazi vuoti sopra le frecce verso destra e sinistra, e il re-design arrivato quattro anni fa con la tastiera ultrasottile del MacBook con schermo Retina da 12 pollici e a seguire tutta la linea dei Pro e poi dell’Air (per intendersi: tutti i portatili con solo porte Usb-C) ha trasformato in un rettangolo perfetto che però non consente alla mano destra di orientarsi e di “trovare” la freccia giusta quando si scrive e ci si muove sul testo senza guardare la tastiera.

Anche di questo avevamo a suo tempo parlato criticando anche la Touch Bar: “Invece, ci mancano a volte i tasti fisici per le regolazioni più immediate di volume e luminosità dello schermo: il passaggio ai tasti virtuali della barra oled non offre altrettanta soddisfazione a chi è abituato a scrivere senza guardare la tastiera e già soffre abbastanza perché, in basso a destra, la croce dei tasti freccia è stata cambiata rendendola molto più difficile da percepire con il solo tatto”.

Tutti gli osservatori sono concordi nel dire che il nuovo MacBook 16 pollici, che è tale perché sfrutta una cornice più sottile nella scocca dello schermo, è una macchina non solo migliore, ma come avrebbe dovuto essere fin dal principio. E che è così perché sostanzialmente ha ascoltato quel che il pubblico aveva da dire e con umiltà se ne è fatta carico.

Lo ha fatto al primo cambio di macchina, cioè per bene ma solo quando è stata introdotta una scocca nuova perché i cambiamenti non sono un cerotto messo sopra il modello precedente.

Bentornata nuova-vecchia tastiera

E questo ci fa parzialmente temere che non andremo molto lontano nella “restaurazione delle buone tastiere” nei prossimi mesi: sino a che i “vecchi” MacBook Pro e MacBook Air non verranno rinnovati è probabile che le cose resteranno identiche anche negli speed bump. Lo ha in qualche modo anticipato Phil Schiller, lasciando immaginare che il processo industriale di sviluppo dei nuovi prodotti richieda tempi molto più lunghi di quel che il pubblico vorrebbe attendere.

Quindi non ci illudiamo che nelle prossime settimane venga rinnovata tutta la line-up dei MacBook di Apple. Se dovesse succedere, ben venga per carità. Ma non succederà: ci terremo le tastiera ultrapiatte ancora a lungo, negli altri modelli.

Infine una considerazione: essere felici perché Apple ha ascoltato e cambiato è una buona cosa, ma in realtà non dovremmo celebrare il ritorno di funzionalità che avevamo perso: non avremmo dovuto perderle, o perlomeno non perderle per così tanto tempo. In ogni caso, il MacBook Pro 16 pare sulla carta e dalle prime impressioni essere veramente un computer eccezionale: in redazione non vediamo l’ora di provarlo.

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