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In Cina Apple ha dovuto accettare dei compromessi sulla sicurezza?

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In Cina Apple avrebbe fatto concessioni dal punto di vista della privacy e della sicurezza al fine di poter continuare a produrre e vendere sui dispositivi nel Paese del Dragone.

A riferirlo è un reportage del New York Times il cui punto centrale è l’adempimento a una legge del 2016 che obbliga tutte le aziende che operano in Cina a creare data center nel paese per i dati degli utenti locali, obbligando l’azienda a memorizzare i dati di clienti cinesi su server fisicamente presenti nella Repubblica Popolare Cinese (ne avevamo parlato qui).

Apple ha cercato di combattere il controllo esercitato dal governo cinese sui suoi utenti ma ha dovuto alla fine adeguarsi. Vi sarebbero stati inizialmente disaccordi su dove memorizzare le chiavi digitali che possono consentire di sbloccare la cifratura dei dati su iCloud, con Apple che voleva mantenere questi dati registrati su server USA e i cinesi che hanno preteso la memorizzazione su server cinesi.

Alla fine Apple ha dovuto adeguarsi, una decisione che avrebbe “sorpreso” due dirigenti non meglio identificati che avevano portato avanti i negoziati evidenziando il pericolo di mettere a rischio i dati degli utenti.

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Non esistono prove che i cinesi abbiano accesso ai dati ma secondo esperti di sicurezza il governo può accedere a dati di utenti cinesi con una semplice richiesta e forse senza neanche bisogno di quest’ultima, tenendo conto che la gestione dei server locali è affidata ad una terza parte che lavora in loco per conto di Apple.

“I cinesi sono breakers seriali di iPhone”, afferma Ross J. Anderson, ricercatore di cybersicurezza dell’Università di Cambridge che ha avuto modo di esaminare dei documenti. “Sono convinto che hanno la possibilità di intrufolarsi nei server”.

In una dichiarazione un portavoce di Apple ha riferito al New York Times che non è stata mai compromessa la sicurezza degli utenti o dei dati degli utenti in Cina e “ovunque operiamo”. La Casa di Cupertino riferisce ancora di avere il controllo sulle chiavi che proteggono i dati degli account degli utenti cinesi e che il data center cinese sfrutta le più avanzate tecnologie di cifrature esistenti, ancora più avanzate di quelle che Apple sfrutta in altre nazioni.

Apple ha rimosso dall’App Store alcune app su richiesta del governo, riferendolo di averlo fatto per ottemperare a leggi locali. “Queste decisioni non sono sempre facili, e possiamo anche essere stati in disaccordo con la loro definizione, ma la nostra priorità rimane creare la migliore esperienza utente senza violare norme che siamo obbligati a seguire”.

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