Oltre all’intervento di Tim Cook (ne abbiamo parlato in dettaglio qui), alla conferenza virtuale “Computers, Privacy, and Data Protection” (CPDP), ha partecipato anche Jane Horvath, global privacy chief di Apple: la manager di Cupertino ha risposto ad alcune domande su funzionalità di Apple legate alla privacy e sulla scelta di usare Google come motore di ricerca.
Come abbiamo già riferito qui, parlando in generale la Horvath ha affermato che siamo ad un punto di svolta nell’ambito della privacy degli utenti, chiedendosi se è normale continuare ad accettare il comportamento attuale che implica compromessi sulla privacy, offrendo dati personali illimitati al fine di usufruire di servizi gratuiti. Nella visione di Apple questo tipo di atteggiamento è una “falsa dicotomia”, evidenziando che esistono possibili alternative.
Per quanto riguarda Google proposto come motore di ricerca di default da Apple su Safari per iOS e macOS, la Horvath ha riferito che «Google è il motore di ricerca più popolare. Supportiamo Google, ma abbiamo anche integrato DuckDuckGo e recentemente abbiamo aggiunto Ecosia».
Google, è inutile negarlo, è il motore di ricerca più popolare al mondo, ma la sua popolarità è dovuta in parte anche ad aziende come Apple che lo propongono come motore di ricerca predefinito, Un colosso come Apple può influire pesantemente il settore delle ricerche forte dei suoi 1,65 miliardi di dispositivi attivi. Chissà che effetto avrebbe la popolarità di DuckDuckGo se questo motore di ricerca diventasse improvvisamente quello predefinito in una futura versione di Safari.
Popolarità a parte, Jane Horvath non riferisce che Google paga ogni anno ad Apple una somma sostanziosa per essere proposto come motore di ricerca predefinito. L’accordo tra Apple e Google è riservato; non è noto l’importo esatto che Google versa annualmente a Cupertino ma si presume che questo possa essere tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari (stima fatta di recente dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti nell’ambito della sua indagine su una potenziale pratica anticoncorrenziale.
Il pagamento di Google è registrato da Apple come introito nella generica categoria servizi che solo nel 2020 ha permesso introiti per 55 miliardi di dollari. Nel 2018, TIm Cook, alla richiesta di spiegare l’uso di Google come motore predefinito, aveva detto: “Penso che il loro motore di ricerca sia il migliore”, spiegando che Apple mette ad ogni modo a disposizioni tool come la navigazione privata e prevenzione intelligente del tracker, colmando in altre parole problematiche relative alla privacy con strumenti integrati all’interno di Safari.
Sull’approccio alla privacy di Apple, unico sul mercato, abbiamo dedicato questo approfondimento. Tutti gli articoli di macitynet dedicati alla privacy sono disponibili da questa pagina.