Gli esperti di diritto, avvocati e giuristi in genere, sanno quanto la tempistica è importante all’interno di un processo, scandito da rigidi e stringenti termini entro i quali produrre o fare richiesta di prove. Lo hanno imparato a proprie spese i legali di Qualcomm che, a giudicare dai primi rapporti, sembrano aver “regalato” ad Apple un grosso vantaggio nel processo dei brevetti.
Il giudzio che vede Apple contrapposta a Qualcomm è ancora nelle fasi preliminari, quelle in cui si dibatte sull’oggetto vero e proprio del giudizio, e in cui è possibile richiedere alla Corte quali saranno i temi da trattare, e quelli da escludere, quali saranno le prove da poter utilizzare, e quelle invece non consentite.
Il processo vero e proprio deve ancora iniziare, ma Apple ha già un grande vantaggio, e per i giudici Qualcomm dovrà già accettare le conseguenze negative della sua scarsa strategia legale. Ed infatti, proprio in queste fasi Apple ha chiesto al tribunale di accertare la validità di alcuni brevetti Apple, o comunque la non violazione di alcuni brevetti Qualcomm. Stranamente, il produttore di chip mobile, nulla ha avuto da eccepire in questa prima fase.
Questo vuol dire che tra le richieste iniziali di Apple ci sono quelle che coinvolgono, tra le altre cose, le richieste di declaratoria di invalidità e non violazione di nove brevetti Qualcomm. In questa prima fase il produttore di chip non ha effettuato richieste riconvenzionali riguardanti i nove brevetti citati da Apple, ribattendo solo successivamente con la richiesta di convocazione di testimoni esperti per supportare la propria posizione.
Troppo tardi ha eccepito Apple, con il favore della corte, che ha negato la possibilità a Qualcomm di poter richiedere tali testimonianze in ordine a questi brevetti. Ne documenti emerge che il giudice ha bacchettato la strategia di Qualcomm, che si è mossa tardivamente nell’avanzare richieste riconvenzionali contro quelle avanzate da Apple.
Non è tutto è perduto, naturalmente, spiega anche 9to5mac. Il produttore di chip, infatti, potrà comunque contare sulla testimonianza dei propri periti, ma solo in ordine ad un aspetto ben preciso, riguardante il fatto “se questi brevetti coprono tecnologia essenziale per l’utilizzo in qualsiasi smartphone”. Se il brevetto è considerato “essenziale”, allora si applicheranno le cosiddette regole FRAND, che prevedono che il titolare del brevetto debba concedere in licenza la tecnologia a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie.