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Incompatibilità di carattere, Apple e Meta divorziano prima delle nozze

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Apple ha rifiutato l’accordo con Meta (la multinazionale che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp), partnership che avrebbe potuto permettere di avere un secondo partner per i servizi AI.

Lo riferisce Bloomberg spiegando che l’accordo non è stato siglato per preoccupazioni in materia di privacy da parte di Apple, approccio che ha sempre distinto la Casa di Cupertino alla ricerca di modi per offrire informazioni in modo totalmente privato e sicuro.

Meta avrebbe voluto offrire un suo chatbot con funzioni AI, quello che avrebbe potuto essere una alternativa a ChatGpt e alle sue capacità di comprensione delle immagini e dei documenti senza dover passare da uno strumento all’altro.

Apple ha creato suoi modelli AI ma questi sono di dimensioni ridotte rispetto ad alcuni ambiti, ed è per questo che per funzioni  di AI generalista ha deciso di affidarsi a ChatGpt; non è detto che quest’ultima (finanziata da Microsoft) resti l’unico partner.

Nell’ambito della WWDC24 (conferenza sviluppatori) la Casa di Cupertino ha evidenziato la possibilità di integrare ChatGPT nelle esperienze offerte in iOS 18, iPadOS 18 e macOS Sequoia,  incluso Siri (chiedendo l’autorizzazione dell’utente e presentando direttamente i risultati), ma ha anche spiegato che sarà in futuro possibile sfruttare altri modelli ancora, alternando l’elaborazione on-device a modelli più complessi basati su server dedicati con chip Apple.

Craig Federighi, software engineering chief di Apple, nel corso della WWDC aveva rifertito che la Mela avrebbe cercato altri partner nel settore dell’AI per fare fronte alle aspettative dei clienti nel campo dell’intelligenza generativa per quanto riguarda il mondo dei chatbot.

Ad esempio, come spiegava  il Wall Street Journal, Apple starebbe trattando anche con due altri fornitori di servizi di intelligenza artificiale: Anthropic (fondata dall’ex OpenaAi, l’italo americano Dario Amodei con la sorella Daniela) e Perplexity.

Un accordo con Meta sarebbe stato sorprendente, tenendo conto di screzi e frecciatine scambiate nel corso degli anni a vicenda e accuse reciproche.

Di sicuro Apple è alla ricerca di un partner per l’AI anche in Cina (dove l’uso del bot OpenAi è vietato dalle autorità) e dove deve cercare di siglare per forza accordi con società locali.

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