Il dipartimento legale di Apple sorprende tutti presentando ricorso per violazione di diritto d’autore, di fatto riaprendo la causa legale contro Corellium: solo pochi giorni (e ore fa) i rapporti tra le due società sembravano pacifici e normalizzati. La diatriba legale aperta nel 2019 si è conclusa a dicembre 2020 con la prima vittoria di Corellium in tribunale.
Il giudice ha stabilito che l’uso del codice iOS di Apple da parte di Corellium per creare una versione virtuale di iPhone, semplifica il lavoro di programmatori e ricercatori di sicurezza che possono così individuare errori e falle, beneficando in ultimo anche Apple. Secondo Corellium si tratta di utilizzo equo di porzioni di codice di Apple iOS e la prima sentenza le ha dato ragione.
Solamente pochi giorni fa, ancora a sorpresa, è arrivato un accordo riservato tra Apple e Corellium. Dai documenti le due società hanno siglato la pace, ma solo per quanto concerne il Digital Millennim Copyright Act, siglato DMCA, che comunque riguarda sempre la tutela del diritto d’autore e della proprietà intellettuale.
La vicenda accelera ulteriormente in questi ultimissimi giorni. Apple presenta il suo sistema antipedofilia (CSAM) e, tramite le parole di Craig Federighi, invita società esterne ed esperti di sicurezza e privacy indipendenti a verificare che tutto il sistema funzioni proprio come Cupertino lo ha progettato, quindi nel massimo rispetto di sicurezza e privacy dell’utente finale.
Corellium che opera nel settore ricerca, sicurezza e programmazione accoglie l’invito di Apple e rialza la posta: invita tutti gli esperti a presentare un progetto di ricerca sul sistema antipedofilia di Apple, oltre che in generale su privacy e sicurezza nel settore smartphone, Android inclusi. Gli autori dei progetti selezionati riceveranno denaro e l’uso gratuito degli iPhone e iPad virtualizzati di Corellium per completare la ricerca.
Secondo alcuni osservatori il problema sta proprio qui: ad Apple l’iniziativa di Corellium non è piaciuta e il ricorso lo dimostra apertamente, nonostante l’invito alla revisione esterna scaturito proprio da Cupertino. «Quando è troppo è troppo» dichiara Amanda Gordon, CEO di Corellium riportata da Reuters «Apple non può pretendere di ritenersi responsabile nei confronti della comunità di ricerca sulla sicurezza mentre contemporaneamente cerca di rendere illegale tale ricerca».