Scusate, ci siamo sbagliati. Non è facile sentire Apple parlare di errori, specialmente quanto si tratta di sé stessa e di sue scelte strategiche, ma oggi è avvenuto e per giunta in una lettera aperta. A scrivere il documento è il capo del settore hardware della Mela, Bob Mansfield che con essa ammette che la scelta di ritirare i propri prodotti dal registro dell’EPEAT l’ente americano che certifica l’ecostenibilità di dispositivi elettronici, è stato, appunto, sbagliato. «Molti nostri fedeli utenti – si legge nel documento – si sono fatti sentire, dichiarandosi spiaciuti dalla scelta che abbiamo attuato con il ritiro dei nostro prodotti dal sistema di valutazione di EPEAT. Ammetto che si è trattato di un errore e da oggi, tutti i nostri prodotti compatibili con le normative, tornano su EPEAT».
Non è facile cogliere i retroscena che stanno dietro alle scelte di Apple, ma in questo caso non sembra ce ne sia bisogno perché Mansfield dice praticamente tutto: sono state le prevedibili proteste che sono arrivate dalla base dei clienti, tradizionalmente sensibile a tematiche come quelle dell’ambiente, a spingere al passo indietro, ed Apple ha ascoltato. D’altra parte se è vero che alcuni prodotti come il MacBook Pro Retina non è registrabile all’EPEAT, la decisione di togliere anche i prodotti certificati e certificabili dall’elenco dell’ente americano era risultata del tutto incomprensibile se non alla luce della volontà di depotenziare la stessa rilevanza e l’autorevolezza dell’EPEAT che avrebbe perso uno dei suoi più importanti sostenitori, una presa di posizione giudicata da più parti come egoistica e non in linea con la sensibilità e apertura su temi social dimostrata dalla dirigenza di Cook.
Apple, invece, ora sembra andare nella direzione opposta affermando di voler spingere lo standard ad adeguarsi alle linee di sviluppo di Cupertino e di chi nel mondo dell’IT reputa ugualmente importanti nuove tecnologie e nuovi design e rispetto dell’ambiente: «Apple – aggiunge Mansfield – fa i prodotti più responsabili dal punto di vista ambientale di tutta la nostra industria. Il nostro team ha lavorato in maniera durissima per anni per rendere i nostri prodotti sempre più ecosostenibili e molto del nostro progresso è stato fatto in aree che non sono ancora misurate dall’eEPEAT». Tra queste il capo del settore hardware segnala la rimozione di prodotti tossici, la riduzione del consumo e la pubblicazione delle emissioni di gas serra per ogni prodotto. «Pensiamo che lo standard IEEE 1680.1 (quello dell’EPEAT Ndr) potrebbe essere molto più efficiente se fosse aggiornato per tenere in considerazione progressi come quelli menzionati. Vogliamo lavorare con l’EPEAT per far evolvere il loro standard. Il nostro team è impegnato a disegnare prodotti che ciascuno possa essere fiero di usare».
L’EPEAT, che era uscita decisamente ammaccata dal confronto, prende la palla al balzo affermando di essere pronta a raccogliere la sfida «sia nel campo del design – dice il CEO Robert Freesbee – che in quello della sostenibilità, supportando sia l’ambiente che il mercato di quelle aziende che cercano eleganza e prodotti ad alte prestazioni».