Apple ha disattivato dalle ultime versioni del browser Safari di serie con iOS e macOS la funzione “Do Not Track” (DNT), l’opzione che permette(va) di negare il consenso al tracciamento della propria attività in rete da parte dei siti web di pubblicità o di terze parti.
Tutti i principali produttori di browser quali Google, Mozilla, Opera, Apple e Microsoft hanno supportato la possibilità di attivare questa opzione ma si è sempre trattato di una preferenza discrezionale: nessun sito web è tenuto obbligatoriamente a onorarla.
Questa iniziativa era stata lanciata nel 2001 dal W3C, l’organizzazione internazionale che si occupa di stabilire standard tecnici per il World Wide Web. Mozilla è stata la prima a supportare il Do Not Track nel suo browser (Firefox), offrendo agli utenti un maggior controllo sul modo in cui la propria navigazione dovrebbe essere tracciata e utilizzata sul Web. La funzione è stata integrata in seguito anche da altri produttori di browser, inclusa Apple.
Il 17 gennaio, un membro del W3C ha annunciato via mail la chiusura del Tracking Protection Working Group, motivando l’abbandono con l’insufficiente distribuzione, elemento che non giustifica ulteriori sviluppi, e l’assenza di segni di supporto da parte dei produttori di terze parti e dell’ecosistema in generale.
Perché Apple si sia affrettata a rimuovere la funzione è presto detto: per ironia della sorte, sembra che il Do Non Track può fungere da variabile per… tracciare l’utente, identificando il dispositivo in modo univoco, una pratica conosciuta con il nome di fingerprinting o rilevamento dell’impronta digitale del dispositivo.
Safari integra ad ogni modo varie tecnologie specifiche per impedire a un provider di contenuti di terze parti di monitorare la navigazione web. Il browser di Apple blocca automaticamente questo tipo di rilevamento, con una tecnica semplice ma efficace: ogni volta che visitiamo una pagina web, Safari offre una versione semplificata della nostra configurazione di sistema.
In questo modo il nostro Mac/iPhone/iPad assomiglia molto al Mac/iPhone/iPad Mac/iPhone/iPad un qualsiasi altro utente e le possibilità di poter identificare univocamente il nostro dispositivo si riducono drasticamente.
A contribuire alla morte del Do Not Track anche Google: nonostante che in Chrome sia presente una simile opzione, l’azienda ha sempre ignorato le richieste degli utenti di navigare senza essere tracciati. Mozilla intanto propone una sua alternativa, e nell’ultima versione di Firefox ha integrato una sezione denominata “Blocco contenuti” che dovrebbe permettere all’utente di selezionare il livello di protezione della privacy desiderato.