Stando a quanto riporta Associated Press, Apple ha annunciato di aver eliminato l’uso di benzene ed esano, due pericolosi composti, dalle linee di produzione di iPhone e iPad. Il primo è un solvente molto usato nell’industria chimica impiegato per la sintesi di materie plastiche e coloranti, noto per la sua tossicità e le proprietà cancerogene se non correttamente manipolato; l’esano o, più propriamente, n-esano, è anche questo un solvente pericoloso se non adeguatamente maneggiato, usato ampiamente nell’industria.
La Casa della Mela ha condotto un’indagine di quattro mesi in 22 stabilimenti, rilevando che sia benzene, sia n-esano non rappresentano un pericoloso per la maggiorparte dei circa 500.000 lavoratori delle fabbriche coinvolte nell’assemblaggio. Solo in quattro dei 22 stabilimenti controllati sono state trovate tracce delle due sostanze chimiche ma a “livelli di sicurezza accettabili”.
Apple ha ad ogni modo deciso di ordinare ai propri fornitori di non utilizzare le due sostanze chimiche in fase di assemblaggio; le fabbriche sono inoltre tenute a testare tutte le sostanze usate, assicurando che i prodotti chimici in questione non siano presenti, anche se non elencati tra gli elementi. L’uso di benzene e n-esano è concesso ai responsabili degli impianti nella fase iniziale della produzione dei dispositivi, durante la quale sono utilizzati procedimenti diversi da quelli impiegati negli stabilimenti per l’assemblaggio finale. Apple ha ad ogni modo spiegato che sta abbassando la quantità massima di sostanze chimiche che è possibile usare nelle prime fasi.
Appie è da tempo impegnata nell’eliminazione di sostanze nocive nei prodotti e nelle fabbriche. I prodotti vengono progettati con sempre meno materiali tossici e i fornitori spinti a rispettare determinate specifiche sulle sostanze regolamentate. I cavi di alimentazione sono senza PVC e ftalati, i touchscreen privi arsenico. Apple ha anche eliminato i BFR nelle custodie e negli chassis.
I fornitori sono tenuti a dimostrare il rispetto dei requisiti e a sottostare alle verifiche di esaminatori esterni.