Del famoso giardino chiuso e ben curato di Apple sentiamo parlare ormai da anni, ed è già stato molto studiato e analizzato, ma nell’analisi di Neil Cybart i prodotti e le strategie che gli appassionati della Mela ben conoscono vengono analizzati e interpretati da un punto di vista diverso che merita di essere preso in considerazione: per l’analista Apple ha costruito un ecosistema di coinvolgimento per gli utenti, oltre che cavalli di Troia in pieno pubblico grazie ai quali nessun concorrente può fare nulla per fermarla.
Per gli appassionati Apple è soprattutto iPhone, iPad, Mac e Apple Watch: singoli prodotti ma che insieme fanno di più e meglio. Così qui l’amato giardino chiuso in cui gli utenti Apple vivono e stanno benissimo da molti anni, diventa un ecosistema di coinvolgimento, forse la definizione più originale e precisa sentita finora.
All’interno dell’ecosistema di coinvolgimento Apple troviamo hardware, software ma sempre più servizi e anche contenuti. La ricetta Apple è ben nota da anni, ma Neil Cybart, segnalato da Philip Elmer-DeWitt’s, scava a fondo con estrema precisione, arrivando a dissotterrare il nocciolo della questione, una possibile definizione della magia Apple:
«In quello che continua a essere un segno distintivo della filosofia di prodotto di Apple, l’azienda è in grado sia di ridurre qualsiasi dissonanza cognitiva che gli utenti potrebbero avere con l’utilizzo di prodotti Apple notevolmente diversi, sia di consentire a ciascun prodotto di essere fedele a se stesso dal punto di vista del design».
La strategia dell’ecosistema di coinvolgimento e del cavallo di Troia funziona talmente bene che Apple la impiega anche in fronti e mercati completamente diversi:
«Oltre ad appoggiarsi al proprio ecosistema per rafforzare l’hardware di prima parte, Apple si concentra anche sul miglioramento dell’integrazione con hardware non Apple in casa (Home) e in viaggio (CarPlay). «Questa integrazione esterna ha lasciato perplessi i concorrenti poiché Apple sta essenzialmente costruendo cavalli di Troia in pubblico e c’è poco o nulla che i concorrenti possano fare per fermare Apple».
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