Vari Stati USA hanno avviato indagini su Apple per accertare presunte pratiche commerciali ingannevoli nei confronti dei clienti. Nel momento in cui scriviamo i particolari relativi alle indagini sono pochi e non è chiaro il motivo esatto per il quale si indaga su Apple. Dai documenti sembra di capire che il procuratore generale del Texas potrebbe citare in giudizio Apple per pratiche commerciali ingannevoli, nell’ambito di una indagine multistatale USA, ma pochissimo è quello che è emerso finora.
Da un documento che risale a marzo, condiviso con il sito Axios, emerge che il procuratore generale del Texas, responsabile della Tutela dei Consumatori ha aperto una indagine “per motivi di applicazione della normativa” e se verranno riscontrate violazioni, si procederà con i “procedimenti esecutivi”.
Axios fa notare che la Legge sulla tutela dei consumatori in Texas prevede ammende per pratiche discriminatorie, ingannevoli o fuorvianti, ma mancano i dettagli per capire che cosa avrebbe fatto scattare le indagini. Un portavoce di Ken Paxton, procuratore generale del Texas, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, e lo stesso vale anche per Apple.
Negli Stati Uniti la multinazionale di Cupertino è oggetto di indagini da parte dell’antitrust insieme ad Amazon, Facebook e Google, un procedimento che mira a indagare il potere di mercato dominante nel settore degli store digitali di App, che secondo alcuni rischierebbe di soffocare la concorrenza e danneggiare i consumatori. Lunedì 27 luglio Tim Cook di Apple, insieme ai CEO dei più grandi e importanti colossi hi-tech USA, parteciperanno a una audizione della sottocommissione antitrust del ministero della Giustizia USA per riferire e rispondere alle domande dei procuratori che stanno effettuando le indagini.
Anche la Commissione Europea a metà giugno ha avviato due indagini antitrust su Apple, una per pratiche anticompetitive che riguardano il negozio digitale App Store, l’altra sulle condizioni di pagamenti con Apple Pay.
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