Nel 2013 Apple è ancora il più importante acquirente di semiconduttori al mondo, con una spesa di 30,3 miliardi di dollari, seguita al secondo posto da Samsung con una spesa di 22,2 miliardi di dollari, in forte crescita però rispetto al 2012. Le cifre esatte sono fornite da IHS Technology che rileva anche i tassi di crescita delle due multinazionali: mentre la spesa di Apple per l’acquisto di chip è cresciuta del 17%, Samsung è la società che ha visto incrementare la propria spesa in questo settore più di qualsiasi altra nella classifica top 10, con un aumento del 30% rispetto al 2012.
Se questo andamento proseguirà anche quest’anno la bilancia nel settore chip potrebbe variare sensibilmente nei prossimi 12 mesi: molto dipenderà anche dalle scelte di Apple e Samsung per smarpthone e tablet e dal successo che i rispettivi nuovi prodotti otterranno sul mercato. Ricordiamo che il conteggio della spesa per semiconduttori non tiene conto dei chip creati all’interno del gruppo societario di appartenenza, così nel caso di Samsung non sono conteggiati i chip creati dalle numerose società che fanno parte della multinazionale sud coreana.
Anche Gartner ha pubblicato dati e analisi sul mercato dei semiconduttori per il 2013, riportati dal Wall Street Journal: insieme Apple e Samsung contano per acquisti pari a 53,7 miliardi di dollari, in crescita del 17% rispetto ai 46 miliardi di dollari del 2012. Vale la pena notare che la quota di mercato congiunta era solo del 5% nel 2011 mentre oggi è del 17%: questa variazione testimonia l’importanza crescente di Apple e Samsung nel panorama mondiale dell’elettronica. Gli analisti precisano che il peso crescente dei due colossi comporta implicazioni sulle scelte tecnologiche e anche sui prezzi per l’intera industria dei seminconduttori.
Tra le altre società che più acquistano seminconduttori IHS Technology indica al terzo posto HP con 10,1 miliardi di dollari, quarta Lenovo con 9,2 miliardi di dollari e Dell quinta con 7,7 miliardi di dollari. Da soli i chip per le comunicazioni senza fili rappresentano un terzo di tutta la spesa, le piattaforme per computer il 22% e il 16% per chip destinati ai dispositivi consumer.
Il grande successo di smartphone e tablet traina gli acquisti di semiconduttori ma questo non è necessariamente una buona notizia per i costruttori: negli ultimi due anni la domanda di seminconduttori è infatti calata perché smartphone e tablet richiedono un numero di chip sensibilmente inferiore rispetto a quelli necessari per costruire un computer.