La bolletta che Apple paga a Google Cloud per immagazzinare dati e far funzionare servizi online sarà decisamente più salata quest’anno: circa il 50% più alta rispetto al 2020. Ricordiamo infatti che, come molte altre società, Apple gestisce direttamente i suoi server farm, mega data center strategicamente collocati nel mondo per sfruttare energie rinnovabili per il loro funzionamento e assicurare accesso ad alta velocità alle informazioni immagazzinate.
Ma per costruire nuovi data center servono anni, mentre il business di Apple cresce troppo velocemente, così la multinazionale di Cupertino impiega anche i server di Google Cloud. La quantità di dati che Apple riversa sui server di Google sembra sia aumentata di 470 petabyte a novembre del 2020, arrivando a un totale di 8 exabyte, equivalenti a 8 milioni di terabyte.
Naturalmente l’infrastruttura cloud di Google è pronta per accogliere quantità immense di dati da parte dei nomi più importanti della tecnologia, anche consumer e social. Per esempio tra i clienti c’è anche TikTok, ma con una quantità di dati decisamente inferiore, circa 500 petabyte, quindi all’incirca 16 volte meno di Apple. In breve Apple è il cliente Google Cloud numero uno e non sorprende che internamente i dipendenti di Big G abbiano soprannominato Cupertino “Bigfoot”.
Dati e numeri non finiscono qui: la crescita dei dati immagazzinati da Apple su Google Cloud procede rapidamente, tanto che si prevede che la bolletta finale che Cupertino dovrà pagare a Mountain View aumenterà del 50% rispetto al 2020, per toccare quota 300 milioni di dollari, come rivela The Information. Il grande impiego di server da parte di Apple è dovuto non solo dai dati degli utenti che usano iCloud, archiviano fotografie e così via, ma anche per far funzionare il crescente pacchetto di servizi Apple online.
Ricordiamo che Apple ha da poco aperto agli sviluppatori la possibilità di usare il nuovo servizio Xcode Cloud presentato in anteprima alla WWDC 2021.