La fine di Flappy Bird, dovuto alla controversa decisione del suo sviluppatore di rimuovere la app da App Store e Google Play, ha generato una crescita esponenziale di cloni dell’applicazione, che hanno tentato di cavalcare la risonanza mediatica del gioco originale per guadagnare diverse posizioni nella classifica generale della app più scaricate su App Store e Google Play. Molti sviluppatori hanno però esagerato, tentando semplicemente di sfruttare la “Flappy Bird Mania” per ottenete visibilità, utilizzando la parola chiava “flappy”, diventata molto popolare su App Store e Google Play. In questo modo gli store della Mela e di Google sono stati “inquinati” da un nutrito numero di applicazioni simili, rendendo più difficile agli utenti riuscire a trovare applicazioni interessanti scansando di cloni di Flappy Bird.
Apple e Google hanno deciso di controbattere questa tendenza, iniziando a rimuovere le applicazioni con la parola “flappy”, per evitare comportamenti e tentativi di inganno nei confronti degli utenti, tentativi che vanno a sfruttare azioni di puro marketing per ottenere visibilità. Per esempio uno sviluppatore di Vancouver si è visto rifiutare la sua App “Flappy Dragon” perché “la app conteneva termini ingannevoli” sia su App Store che su Google Play; stesso destino per “Flappy Madness”. Se qualcuno avesse avuto intenzione di pubblicare un clone di Flappy Bird, meglio quindi evitare la parola Flappy per i prossimi software.
Macitynet aveva suggerito una serie di giochi per consolare gli utenti che non avevano avuto al possibilità di giocare a Flappy Bird, come Splashy Fish e Ironpants, sempre disponibili su App Store e pronti ad essere scaricati.