Apple è da sempre all’avanguardia nel campo dell’accessibilità ma molti passi possono e devono essere fatti ancora per includere le esigenze di chi ha difficoltà e impedimenti di movimento.
Parole in più a Siri, comandi speciali per gestire iPhone e iPad, la possibilità di utilizzare mouse e trackpad anche con i dispositivi portatili: sono tre piccoli passi che potrebbero dare quello che manca alla tecnologia perché diventi una tecnologia davvero per tutti.
La proposta è lanciata attraverso il blog DisabiliDOC da Carlo Filippo Follis, blogger e Mac user, disabile, da sempre attento al tema dell’accessibilità e promotore di iniziative per avvicinare Apple alle necessità dei disabili.
Face ID, Siri, AirPods 2, i comandi touch DisabiliDOC passa in rassegna alcune delle più importanti innovazioni tecnologiche mettendo in evidenza – dal punto di vista di un disabile – i punti di forza e gli aspetti di debolezza.
Un modo per raccontare come la tecnologia possa essere un supporto importante per i disabili – un’amica – e di come, alcune novità hi-tech, percepite come curiose innovazioni dalla maggioranza degli utenti, siano in realtà delle svolte epocali per una minoranza: la terza al mondo per numero di appartenenti. Questo è il caso, ad esempio, del Face ID introdotto da iPhone X, che grazie agli AirPods 2, è in grado di esaltare le peculiarità dell’assistente vocale, ossia di Siri.
Una proposta, quella di Follis, che parte dalla convinzione – espressa anche nel suo libro Ri-progettiamo il D-mondo – che i disabili debbano essere maggiormente protagonisti e coadiuvare le scelte e gli orientamenti tecnologici, perché partendo dalle loro esigenze è possibile migliorare la vita a tutti. E una sollecitazione che soprattutto i big della tecnologia dovrebbero cogliere.
La prima proposta riguarda il touch screen. Di fronte alle difficoltà di chi non ha il pieno controllo delle dita, un aiuto è individuabile nelle periferiche come mouse e trackball, magari da abbinare ad iPad e iPhone.
La seconda riguarda le “parole mancanti” di Siri. L’assistente vocale di Apple che rappresenta un aiuto fondamentale per tutti e quindi ancor di più necessario per chi ha una qualunque forma di disabilità fisica, soprattutto grazie all’app Comandi che però risulta mancante di funzioni primarie; a titolo ti esempio: non si può sbloccare iPhone giungendo subito alla Home, non si può accettare o terminare una telefonata, non si può uscire da una App che però è stata lanciata usando Siri come anche non si può uscire da tutte le App aperte e…
Di conseguenza Siri non offre all’utente la possibilità di aggiungere dei vocaboli o di istruire Siri all’abbinamento e riconoscimento fonetico e, di conseguenza, di generare istruzioni verbali correlate a una frase o a una parola destinata a “comandi” oggi non abilitati. “Molti disabili hanno seri problemi di parola – scrive Follis -. Un sistema in grado di recepire un’istruzione vocale più volte ripetuta e confermata alla fine è un sistema in grado di riconoscere un semplice suono, anche gutturale, che però consente di agire”.
L’appello di DisabiliDOC è rivolto direttamente ad Apple e vista l’attenzione che Cupertino rivolge alle questioni legate all’accessibilità, è quasi scontato che venga ascoltato. Lo stesso Tim Cook ha spiegato spesso quanto sia importante per Apple l’accessibilità e gli sforzi dell’azienda affinché i computer e i dispositivi siano utilizzabili da tutti.
In occasione del Global Accessibility Awareness Day nel 2017, ad esempio, ha dichiarato che «Apple si fonda sull’idea di offrire alle persone la possibilità di creare e fare cose che non potrebbero fare con altri strumenti. Abbiamo sempre visto l’accessibilità come un diritto e così come i diritti umani sono per tutti, vogliamo che i nostri prodotti siano accessibili da tutti. È un valore fondamentale per Apple”.
Per far comprendere meglio le sue proposte, Follis, nel suo articolo, vi mostra la sua postazione di lavoro e un inconsueto uso di una penna per iPhone. Date uno sguardo per comprendere meglio.