Le accuse lanciate contro Cupertino dal presidente dell’autorità telecom in India suonano pesanti e minacciose: «Apple è contro i consumatori» e applica la «colonizzazione dei dati» degli utenti. La diatriba nasce dal rifiuto di Apple di pubblicare l’app Do Not Disturb, siglata DND, voluta e creata proprio dal Trai, la Telecom Regulatory Authority of India: si tratta di una app in grado di accedere ai dati di registro dello smartphone per messaggi e chiamate, per permettere così agli utenti di segnalare direttamente al Trai i numeri telefonici da cui provengono SMS e chiamate non desiderate, per lo più a scopo pubblicitario.
Anche se la diatriba è balzata solo ora sulle prime pagine di numerose testate, a partire dal Times of India, in realtà la vicenda è iniziata circa un anno fa. Alla presentazione dell’app DND del Trai infatti Google ha fatto seguito con la pubblicazione sul proprio store digitale di app mentre, secondo R.S. Sharma, presidente del Trai, Apple ha temporeggiato «Mentre Android di Google supporta la nostra applicazione Do-Not-Disturb (DND), Apple ha solo discusso, discusso e discusso, non hanno fatto nulla». Da qui partono le accuse che Apple è contro i consumatori e di «data colonization».
Per il presidente del Trai Cupertino non permette agli utenti di condividere i propri dati, anche se questi lo desiderano e se è nel loro interesse, perché Cupertino tratterebbe come propri i dati degli utenti. «Quindi fondamentalmente (Apple) sta violando il diritto dell’utente di condividere volentieri i propri dati con il regolatore o con qualsiasi terzo di sua scelta. Se un cliente desidera condividere i dati delle transazioni finanziarie con la sua banca, per ottenere un prestito, perché non dovrebbe essere permesso?» Infine Sharma aggiunge «Questo è ciò che chiamiamo colonizzazione dei dati».
Naturalmente chi conosce iOS e iPhone sa perfettamente che il blocco dell’accesso dei registri di chiamate e messaggi alle app di terze parti è voluto da Apple per ragioni di privacy e sicurezza. Nel momento in cui scriviamo Cupertino non ha ancora risposto alle accuse del presidente del Trai ma, secondo alcune indiscrezioni, Apple sta valutando come procedere e non è escluso che il rifiuto della pubblicazione su App Store sia dovuto per caratteristiche intrinseche dell’app che potrebbero essere riviste e/o modificate. La risoluzione di qualsiasi attrito con le autorità indiane è tutta nell’interesse di Apple che ormai da diversi mesi punta sempre più sull’India come principale mercato estero emergente, dopo una serie di trimestri non troppo brillanti in Cina.