Apple e altre 50 imporranti aziende statunitensi hanno firmato una lettera a supporto dei diritti dei transgender, sull’onda di una norma prevista dall’amministrazione Trump per stabilire che il sesso di una persona venga determinato solo da “elementi biologici chiari e oggettivi”.
Tra i big dell’IT firmatari della lettera si notano: Apple, Amazon, Adobe, Facebook, Google, IBM, Intel e Microsoft. Il documento è una risposta a un articolo del New York Times che alcuni giorni addietro aveva spiegato la nuova stretta, dopo la revoca della norma sull’uso dei bagni, sui diritti e sulle tutele acquisiti dalla persone transgender con l’amministrazione Obama.
Da un memo ottenuto dal dipartimento della Sanità e dei servizi umani, si apprende la volontà di restringere la definizione del sesso di una persona “sulla base dei genitali che si hanno alla nascita”. Sotto la presidenza di Barack Obama una serie di norme ha allentato il concetto legale di sesso nei programmi federali, riconoscendolo generalmente il concetto come una scelta individuale. Trump vuole andare in direzione opposta, con una più limitata definizione del genere.
Nella lettera firmata da oltre 50 aziende si legge: “Ci opponiamo a qualsiasi procedura amministrativa e legislativa che mira a eliminare le tutele dei transgender reinterpretando la legislazione e regolamentazione in vigore”. “Ci opponiamo con decisione a qualsiasi materia di legislazione o regolazione che violi il diritto alla riservatezza di quanti si identificano come transgender, genere non binario o intersex”.
Catherine E. Lhamon, ex responsabile del’Ufficio per i Diritti Civili del Dipartimento Educazione durante l’era Obama e tra le artefici dell’attuale norma sull’identificazione dei transgender parlando della norma che rischia di essere annullata, aveva spiegato al NYT che “la nuova definizione semplicemente nega l’umanità delle persone”.