Apple potrebbe quanto prima dover affrontare una causa formale da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per presunte pratiche antitrust.
A riferirlo è il sito The Information segnalando un aumento delle attività all’interno del Dipartimento di Giustizia nei confronti della Casa di Cupertino, alla quale il dicastero del governo federale vuole porre varie domande, così come ai suoi clienti e ai concorrenti.
Il “turbinio di attività” include una serie di “subpoena” (richieste di testimonianze di un teste o la produzione di elementi di prova) inviati a partner commerciali di Apple durante l’estate.
Una delle fonti di The Telegraph riferisce che con molta probabilità le indagini porteranno ad una causa antitrust benché l’oggetto principale del contendere non sia ancora del tutto definito.
Il Dipartimento di Giustizia avrebbe intanto assegnato più personale all’indagine perché, a loro dire, le questioni da affrontare sarebbero piuttosto serie.
Apple non è la sola azienda da due anni nel mirino del DoJ ma quest’ultimo sta portando avanti indagini anche nei confronti di Facebook, Google e Amazon.
Il Dipartimento di Giustizia ha sentito dirigenti e responsabili di Spotify, del gruppo Match (Tinder), Basecamp (l’app HEY) e del tracker Tile. Piattaforme di terze parti, così come alcuni sviluppatori e produttori, puntano il dito contro alcune pratiche di Apple su questioni quali le commissioni richieste dall’App Store o il controllo che Cupertino esercita sul suo negozio e sul suo ecosistema.
Anche la Commissione europea da giugno 2020 sta portando avanti indagini su questioni che riguardano App Store e Apple Pay.
Il Dipartimento di Giustizia USA vuole capire meglio questioni legate non solo all’App Store ma anche all’App Tracking Transparency (la richiesta di autorizzazione al tracciamento pubblicitario) e restrizioni all’accesso alle informazioni sulla posizione.