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Apple e la legge dell’hoshi wo kû mono

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La potremmo definire la WWDC degli sherloccati. Almeno così vedono alcune mosse di Apple che hanno inquietato alcuni sviluppatori che vedono emergere una vecchio vizio di Cupertino, uno di quelli che non le fa guadagnare simpatie.

Sappiamo che la prima cosa da fare per chiarire quel di cui stiamo parlando, è chiarire che significa il termine “sherloccato” perché da qui si capisce non solo perché la WWDC inquieta gli sviluppatori ma anche perché molti tra di loro guardano con maggior sospetto degli utilizzatori finali alcuni degli annunci di lunedì.

Tutto cominciò con Watson

Alla fine del 2001 la software house americana Karelia Software presentò un software che gli utenti Mac trovarono immediatamente molto utile: Watson. Come l’assistente di Sherlock Holmes, Watson era un fedele servitore dell’utente, più intelligente di quanto non sembrasse, e capace di trovare le cose che servivano. Era un programma alternativo alla funzione Find File del Finder di MacOS, che non era particolarmente potente.

A settembre del 2002 Apple rilasciò Sherlock 3, che divenne una delle funzioni base di Mac OS X 10.2 Jaguar.  E allora addio Watson…

Ne seguì una polemica piuttosto accesa da parte di Karelia. Lo sviluppatore americano accusava Apple di avere plagiato se non nel merito nei fatti la sua applicazione e di averlo fatto dopo avere capito solo grazie ad essa quel che interessava alla gente. A quel punto, questa era l’accusa, da proprietaria del terreno su cui si reggeva l’edificio era entrata con la ruspa per abbatterlo incurante di chi ci abitava dentro.

La vicenda scatenò la solidarietà dell’intera comunità di sviluppatori timorosi che presto o tardi, sarebbe potuto capitare a chiunque avesse costruito qualche cosa di buono su quello stesso terreno.

Nel frattempo il rumore suscitato dalla vicenda continuò a crescere tanto che Steve Jobs si sentitì in dovere di intervenire ovviamente dando ragione del gesto: «Apple – disse l’allora CEO – è la locomotiva, voi di Karelia siete un carrello a mano». Una risposta non particolarmente cortese ma che ispirò il logo di Karelia: una carrozza a mano, appunto…

Apple divoratrice di mondi e di sviluppatori
Sherlock – Immagine di Apple

Il divoratore di mondi

Altri sviluppatori preferiscono fare riferimento a un tipo completamente differente di “accidenti” di questo tipo: uno è Galactus, il consumatore di mondi dell’universo Marvel. Oppure “Godzilla mangiapianeti” (‌Gojira: hoshi wo kû mono), come è intitolato il capitolo del 2018 made in Japan delle avventure del kaiju radiattivo e mutante.

Sia quel che sia, Apple con Sherlock non aveva fatto nulla di particolarmente grave dal punto di vista formale. Alla fine aveva solo ripreso una sua vecchia applicazione presente già nei vecchi sistemi, aggiornandola con le funzionalità viste su Watson e nessuno ci poteva fare nulla. E negli anni successivi, come gli sviluppatori temevano, sarebbero state molte le applicazioni “sherloccate”.

Nel corso degli anni all’arrivo di ogni nuova versione di macOS e degli altri sistemi operativi, gli sviluppatori in sala che partecipano alla WWDC e hanno software e app in commercio tremano sempre: questa volta potrebbe toccare a me?

 

Apple divoratrice di mondi e di sviluppatori
Immagine dal sito web di Karelia Software

Un colpo al cuore e uno alla app

Ebbene anche alla WWDC l’evento si è ripetuto e sono state toccate una serie di app diverse: da tutte quelle per la gestione della posta e dei messaggi, che con l’arrivo di una Siri potenziata perdono di importanza e valore rispetto all’integrazione che può essere fatta in tutto il sistema da Apple.

Ma anche le app per la scrittura complesse e finalizzate ad aiutare gli utenti a scrivere meglio e più facilmente, che adesso sono sorpassate a destra dai sistemi più facili potenziati dal Finder che offre accesso alla intelligenza creativa di Apple. Oppure le app per il disegno e soprattutto su iPad quelle per la scrittura e il riconoscimento della calligrafia che adesso esplode letteralmente grazie alla AI di Apple.

Infine, in maniera spettacolare, anche due o tre utility che qui in redazione molti di noi utilizzavano per tenere ordine sui maxischermi in dotazione ai redattori di Macity. Applicazioni come Magnet e Rectangle ma anche Divvy, Moom, Yabay e Tiles.

Tutte app, sia a pagamento che gratuite, che servono per fare qualcosa che il sistema operativo di Apple non ha mai fatto: avere delle posizioni fisse dove ancorare o attorno alle quali organizzare geometricamente le finestre della scrivania. Adesso che è arrivata la funzione del Finder per farlo automaticamente, con tanto di auto aggiustamento smart delle forma delle finestre a seconda del contenuto, possiamo salutare anche questa categoria di utility.

Ma forse le applicazioni più popolari a correre il rischio di essere sherloccate, sono due molto importanti: 1Password e LastPass. Come abbiamo già spiegato in fase di anticipazione, si tratta di programmi fondamentali per la loro comodità nella gestione delle password, ma che sono destinate a subire l’ingombrante presenza di Password, la nuova applicazione integrata per la sicurezza che Apple ha annunciato ieri.

Chi potrebbe mai spendere per acquistare un canone annuale o decine di euro ad ogni aggiornamento per avere quel che Apple non solo offre gratis, ma che per ovvie ragioni fa tutto meglio e in maniera più integrata?

Come rimediare?

La cosa più grave per gli sviluppatori, il grattacapo più grande è che tutto questo appare ineluttabile. Visto che Apple è la padrona del sistema operativo, non esiste un modo per impedire di essere sherloccati, non esiste (almeno fino a quando si limita a fare quel che ha fatto a Karelia e non sfrutta il suo controllo sul sistema per estromettere i concorrenti) un modo per impedire che una buona idea costruita intorno o dentro il sistema operativo un giorno venga replicata da Apple.

Non c’è, insomma, nessun supereroe in grado di impedire di finire distrutti dal Galactus di Cupertino.

L’unica soluzione è pensare positivo, continuare ad innovare, spremersi le meningi e fare qualche cosa che entusiasmi la gente, farlo velocemente e bene, sperando  o che, per ragioni specifiche non interessi ad Apple, oppure che Apple si accorga che è interessante il più tardi possibile mentre che nel frattempo si sono fatti abbastanza soldi oppure si hanno altre buone idee.

Insomma fare di tutto perché  all’arrivo di Gojira: hoshi wo kû mono su quel pianeta sia stato già estratto tutto il minerale possibile e ci si possa aprire una miniera altrove. Non succede sempre, non succede a tutti, ma succede.

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