Apple è in trattativa con il governo indiano sulla possibilità di fabbricare i suoi prodotti nel Paese. Lo riferisce il Wall Street Journal citando a sua volta due “alti funzionari del governo”, spiegando che l’azienda sta cercando di incrementare vendite e presenza nell’Asia meridionale. In una lettera inviata al governo lo scorso mese, l’azienda di Cupertino ha delineato i suoi piani chiedendo incentivi fiscali per procedere. Autorità del ministero del Commercio si sono incontrate nelle ultime settimane per discutere la questione.
La produzione di beni in loco consentirebbe ad Apple di aprire i suoi store in India, contribuendo alla diffusione del brand dove nel settore smartphone ha un market share inferiore al 5%. Vari osservatori prevedono il sorpasso del mercato indiano rispetto a quello USA, diventando il secondo più importante al mondo, dopo quello cinese. Finora è stata la Cina a trainare la crescita di Apple ma in futuro sarà l’India il mercato al quale guardare con attenzione. A maggio di quest’anno il CEO di Apple Tim Cook aveva detto che erano previsti piani per l’apertura di fabbriche in India: ricordiamo che Cook e il Primo Ministro Narendra Modi si erano incontrati a New Delhi e avevano parlato espressamente di questa possibilità.
Il governo indiano dal 2014 ha attivato varie iniziative economiche volte ad attrarre investimenti. Da tempo sono in corso campagne promozionali nelle quali si presenta l’India come un paese con un’economia altamente efficiente, basata su industria, innovazione e imprenditorialità. L’obiettivo è ovviamente generare fiducia negli investitori stranieri, promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro, lo sviluppo di infrastrutture e la connettività digitale. A giugno di quest’anno il premier indiano ha annunciato la cosiddetta “fase 2” dell’apertura del mercato agli investimenti stranieri, presentando l’India come “l’economia più aperta del mondo”. La fase in questione prevede l’eliminazione del limite al 49 per cento degli investimenti diretti stranieri in diversi settori dell’economia indiana, un elemento che potrebbe attrarre aziende come Apple e non solo.
Molti prodotti Apple sono assemblati al momento in Cina, principalmente nelle strutture di Foxconn; produttori come Samsung e Xiaomi da tempo hanno già attivato impianti di produzione specifici per il mercato indiano. La possibilità per gli investitori stranieri di ottenere quote di partecipazione maggiori del 50% (senza obbligo di legare il proprio destino a partner locali che hanno la maggioranza), è l’apertura che Apple e altri attendevano per abbracciare l’immenso mercato indiano.