Dietro la modalità Illuminazione Ritratto di iPhone c’è un mondo e una storia, quella dell’arte. Lo ha svelato Apple in un’intervista a BuzzFeed, nella quale ha raccontato tutto il processo di sviluppo che ha portato poi alla realizzazione della nuova funzione fotografica che troviamo già oggi su iPhone 8 Plus e, non appena sarà sul mercato, sul nuovo iPhone X.
Illuminazione Ritratto, lo ricordiamo, è una nuova modalità fotografica che crea un’illuminazione artificiale sui ritratti, simulando quel che oggi normalmente si ottiene in uno studio fotografico. In un click è infatti possibile scegliere tra quattro diversi tipi di illuminazione, ricreando un’illuminazione che normalmente richiederebbe un set di luci poste in più angolazioni.
«Abbiamo studiato quel che fanno fotografi ritrattisti come Richard Avedon e Annie Leibovitz, ma siamo andati anche più indietro nel tempo, quando la fotografia non esisteva, studiando ad esempio le opere del pittore olandese Johannes van der Meer (meglio noto come Vermeer, sua è celebre la Ragazza col turbante, ndr) per capire come è stata usata l’illuminazione nel corso della storia» ha raccontato Johnnie Manzari, designer dello Human Interface Team di Apple. «Se si guarda quel che hanno fatto i maestri olandesi e si confrontano le loro pitture con quelle ad esempio dei pittori asiatici, si scopre che stilisticamente sono diverse. Quindi ci siamo chiesti: perché sono diversi, e quali di questi stili siamo in grado di ricreare con il software?».
Il risultato sono state ore ed ore di lavoro in uno studio preparato ad hoc, spendendo diverso tempo nell’illuminare i volti di alcune persone e spostando le luci per capire come cambiava l’illuminazione in base ad esse «Alcuni ingegneri cercavano di capire come estrapolare i contorni del volto dalle varie situazioni, pensando poi a come poter applicare l’illuminazione artificiale tramite software. Altri invece si occupavano di velocizzare il processo: tutto ciò ha richiesto davvero uno sforzo e un lavoro incredibile».
L’obiettivo di Apple – spiega Phil Schiller, vicepresidente per il product marketing a livello mondiale – non è solo quello di realizzare il miglior cameraphone, «In un discorso più ampio, ci preoccupiamo anche di come iPhone può contribuire alla fotografia in generale. Siamo in un momento in cui i più grandi progressi in questo ambito si fanno tanto nell’hardware quanto nel software. Quel che vogliamo è consentire a chiunque di prendere un iPhone e catturare una fotografia di qualità, eliminando così tutto lo studio, il settaggio delle impostazioni e l’apprendimento necessari per ottenere risultati simili con una fotocamera DSLR di fascia alta come quelle di Canon o Nikon».