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La proposta di Apple per dispositivi più riparabili e green

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Riempiamo il pianeta di prodotti di tutti i tipi. Tra questi, moltissimi prodotti informatici. Computer, telefoni, tablet e gadget di vario genere. La domanda non cala, l’effetto è che poi i prodotti nuovi scintillanti si trasformano in rifiuti e inquinano. La soluzione qual è? Per l’Unione europea è la riparabilità e la standarizzazione di molti sistemi (ad esempio gli alimentatori) oltre all’apertura (per facilitare la concorrenza e rendere migliori i prodotti).

Apple, che in questo periodo ha per altri motivi dei grossi mal di testa con l’Unione Europea, ha comunque un suo percorso coerente che va avanti da anni per quanto riguarda il triangolo che comprende prodotti, clienti e ambiente.

Un triangolo che, grazie anche alle influenze e “spinte” date dalle legislazioni, ma pure dalle scelte interne fatte autonomamente da Apple, sta diventando sempre più virtuoso sull’approccio dell’azienda alla progettazione per la riparabilità; all’accesso alle riparazioni, e altri dettagli del genere. Una evoluzione del lavoro già presentato a partire dal 2022.

Daisy è un robot che può smontare in modo più efficiente gli iPhone per recuperare materiali preziosi.
Daisy è un robot che può smontare in modo più efficiente gli iPhone per recuperare materiali preziosi.

Longevity by Design

In un documento presentato oggi Apple ha spiegato qual è la sua strategia per costruire prodotti che funzionino meglio, non solo per le persone, ma anche per l’ambiente. E la chiave è centrata attorno a due concetti: la riparabilità dei prodotti da un lato e dall’altro la loro longevità.

Il concetto chiave cioè è che Apple afferma che avere dei prodotti che durano di più sicuramente riduce l’impatto sull’ambiente, sia che si tratti di prodotti progettati di per sé per durare di più (in termini di qualità delle componenti, ma anche degli aggiornamenti che evitino di renderli obsoleti perché non più compatibili con i nuovi servizi) e comunque di essere riparati nelle componenti che si logorano più facilmente.

Apple spende 1 miliardo di euro per espandere il Silicon Design Center di Monaco
Foto di Apple scattata presso il centro di ricerca e sviluppo Silicon Design Center di Monaco.

Esempi concreti

Per Apple il concetto di base non è tanto il costo interno di produzione o del suo tempo di produzione, che crescono e si allungano se si progetta internamente l’apparecchio per poter essere facilmente riparato. Invece, è un tema legato all’impatto ambientale.

Un esempio spiega meglio: poter cambiare la batteria o lo schermo di un telefono è assolutamente necessario, perché si tratta di due componenti che, se si rompono o non funzionano più bene, portano a cambiare l’apparecchio. Quindi, per l’ambiente è buono poterli cambiare. Usare componenti originali è ancora più importante perché garantisce, dice Apple, non solo la qualità, ma anche la sicurezza e la privacy.

Ma si tratta anche di una scelta strategica: l’impatto di progettare prodotti con batterie e schermi riparabili è giustificato dall’impatto ambientale che ha la frequenza delle rotture. Invece, ad esempio il connettore Lightning oggi USB-C fatto in componenti separate e quindi riparabili non ha senso dal punto di vista del bilancio ambientale perché le rotture sono molto poche (meno dello 0,01%) rispetto all’aumento della “impronta al carbonio” (più del 10%) di una modifica strutturale all’oggetto spalmata per centinaia di milioni di pezzi.

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In cerca della qualità

Il lavoro di Apple è offuscato dalle critiche che possono essere fatte alle strategie dell’azienda, la quale paga certamente lo scotto di offrire sul mercato un prodotto “premium” dal punto di vista qualitativo, ma anche di prezzo, rispetto alla concorrenza soprattutto cinese, ma anche le pratiche di integrazione verticale con componenti certificate internamente.

Questo, se da un lato favorisce qualità e buon funzionamento, dall’altro lato sposta verso l’alto il livello dei prezzi rispetto agli accessori a basso costo che si possono trovare sul mercato per i prodotti della concorrenza. Cavetti, caricabatterie, cover e tutti gli altri accessori originali di Apple hanno un prezzo “premium”, come pure le componenti per le riparazioni interne.

Tuttavia, come si capisce dalle spiegazioni dell’azienda, la logica è piuttosto cercare di creare uno dei migliori prodotti se non il miglior prodotto sul mercato, usando strumenti coerenti con questo approccio. Componentistica innovativa e di qualità, software aggiornati costantemente per superare i cicli accelerati di “obsolescenza programmata” che si trovano in alcuni concorrenti del mondo Android.

Strategie per ottimizzare l’impatto ambientale e arrivare all’obiettivo della neutralità del carbonio assoluta tra sei anni, nonostante una produzione gigantesca, con centinaia di milioni di prodotti e servizi distribuiti a più di un miliardo di persone.

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La chiave della riparabilità

“La riparabilità – ha detto John Ternus, vicepresidente senior della divisione Hardware Engineering – è una componente essenziale della longevità, ma l’ottimizzazione della sola riparabilità può non dare il risultato migliore per i nostri clienti o per l’ambiente”.

Tra le variabili che Apple valuta ci sono l’impatto sull’ambiente, l’ampliamento dell’accesso ai servizi di riparazione, la tutela della sicurezza, della protezione e della privacy dei clienti e la trasparenza delle riparazioni. Ciò richiede anche un’attenta analisi dei dati storici anonimizzati e delle previsioni sull’utilizzo futuro dei clienti, in modo da dare la priorità ai moduli di prodotto che potenzialmente avranno la maggiore frequenza di necessità di riparazione.

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John Ternus – Foto di Apple

Il nodo legislativo

Apple, va riconosciuto, è stato il primo produttore di smartphone a schierarsi a favore di una regolamentazione federale per le riparazioni negli Stati Uniti. E ha sempre avuto una posizione “progressista” in questo ambito. L’azienda ha detto più volte che i consumatori e le aziende trarrebbero beneficio da leggi che bilanciano la riparabilità con la sicurezza dei clienti, le prestazioni e l’integrità dei prodotti.

La riparabilità è solo una parte del discorso. Le leggi infatti possono contribuire a garantire la trasparenza per i consumatori sul tipo di parti utilizzate in una riparazione, a mantenere la privacy, i dati e le caratteristiche di sicurezza del dispositivo che contribuiscono a scoraggiare i furti, e a consentire ai produttori di concentrarsi sulla costruzione di nuovi prodotti conformi a tali normative, il tutto riducendo la confusione creata da approcci potenzialmente contrastanti all’interno dei Paesi e oltre i confini nazionali.

 

La novità per l’Europa

Apple ha appena reso disponibile in Italia e in altri 31 Paesi europei (tra cui Regno Unito, Francia, Germania e Paesi Bassi) Diagnostics for Self Service Repair, uno strumento software che consente agli utenti di risolvere i problemi.

Lanciato negli Stati Uniti nel dicembre 2023, Diagnostics offre agli utenti la stessa capacità dei fornitori di servizi autorizzati Apple e dei fornitori di riparazioni indipendenti di testare i prodotti per verificarne la funzionalità e le prestazioni ottimali e aiuta a identificare le parti che potrebbero richiedere una riparazione.

Con questa espansione, Apple Diagnostics for Self Service Repair supporta ora modelli di iPhone, Mac e Studio Display in 33 Paesi e 24 lingue.

La resilienza dei prodotti

In conclusione, si vede che il lavoro fatto da Cupertino è coerente anche considerando che ad esempio i prodotti di Apple mantengono un alto valore quando vengono rivenduti, sono costantemente aggiornabili e hanno un tasso di riparazione in costante calo.

Apple oltre al supporto del software (superiore allo standard di settore) ha costruito un processo di test e verifica per verificare la resistenza dei suoi apparecchi, oltre a portare avanti la progettazione di dispositivi sempre più resistenti agli urti, all’acqua e alla polvere e ad altri tipi di problematiche di perdita di qualità e autonomia, come ad esempio quella della durata delle batterie, che oggi sono più performanti sia in termini di autonomia che di usura.

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