Nuovi cambiamenti nelle stanze di Cupertino: con il progetto Blue Sky anche Apple concede tempo libero in ufficio ai dipendenti che possono abbandonare per circa due settimane i propri impegni per sviluppare e seguire progetti personali e nuove idee. L’idea presa in prestito da Google rappresenta una novità consistente all’interno della multinazionale della Mela che, secondo alcuni dirigenti riportati dal Wall Street Journal risulta più organizzata e improntata come un esercito rispetto agli standard innovatati e storicamente più aperti delle altre società nel panorama della Silicon Valley.
Anche Blu Sky rientra nell’ondata lenta ma inesorabile di cambiamenti in corso avviati con i passaggio dell’era Steve Jobs alla gestione di Tim Cook, quest’ultimo più propenso a ringraziamenti e riconoscimenti pubblici per dipendenti e dirigenti meritevoli, favorevole e promotore in prima linea di diverse iniziative benefiche e raccolte di fondi per assistenza e aiuti umanitari, disposto a concedere periodi di tempo libero sul lavoro ai dipendenti con il progetto Blu Sky e sembra persino favorevole anche a concedere periodi sabbatici. Tutto o quasi il contrario di Steve Jobs che non ha mai ritenuto importanti e non ha mai concesso ai dipendenti benefits, pranzi gratuiti, tempo libero e altri vantaggi considerati standard tra i lavoratori della Silicon Valley.
La linea di gestione di Apple sotto Tim Cook risulta da mesi più morbida e più aperta a concessioni rispetto alla gestione spartana e in stile più militare di Steve Jobs. Secondo alcuni osservatori queste nuove aperture verso i dipendenti fanno parte delle soluzioni adottate dal management di Cupertino per allettare i dipendenti a rimanere in Apple. Alcuni cacciatori di teste e responsabili di ricerche di personale della Silicon Valley ritengono che qualche cosa stia cambiando in Apple negli ultimi 6-9 mesi: ora i dipendenti di Cupertino rispondono alle telefonate per nuovi posti di lavoro, cosa fino a due anni fa impensabile.
I più maliziosi ritengono che il recente calo del 23% nel valore delle azioni registrato in borsa rappresenti una delle ragioni di scontento tra i dipendenti: gli stipendi della Mela sono in linea con quelli di altri colossi dell’IT nell’area di San Francisco ma il bonus per lavorare in Apple, oltre a contribuire a sviluppare dispositivi considerati allo stato dell’arte, era rappresentato appunto dalle stock option divenute ora meno profittevoli.