Nel nuovo processo Apple contro Samsung che inizia il 31 marzo, Cupertino ha avanzato la richiesta di pagamento di 40 dollari per ogni dispositivo Samsung venduto. Si tratta della richiesta più elevata mai avanzata nell’industria, in un processo relativo alla violazione di brevetti.
La somma di 40 dollari per ogni tablet e smartphone venduto da Samsung è una stima calcolata dai legali e dagli esperti di Apple sulla presunta violazione da parte di Samsung di solamente 5 brevetti registrati da Cupertino. Si tratta delle tecnologie riguardanti la ricerca unificata, la sincronizzazione dei dati, la funzione di scorrimento per lo sblocco dei dispositivi, l’auto-completamento e anche della funzione che trasforma i numeri di telefono in collegamenti cliccabili dall’utente.
La stima di 40 dollari così può essere scomposta nel valore di 8 dollari per ognuno dei 5 brevetti Apple contestati, stima che i legali e gli esperti di Apple sostengono con la tesi che il maggior costo dei dispositivi Samsung, una volta inclusi i diritti di licenza richiesti da Apple, possa venire completamente girato agli utenti finali con un aumento del prezzo di vendita. Si tratta della richiesta di pagamento per diritti e licenze più elevata finora conosciuta nell’intera industria in un processo riguardante la violazioni di brevetti tecnologici. Florian Mueller di Foss Patents, sito specializzato in cause legali su brevetti e tecnologia, offre qualche numero di confronto.
Nel primo processo Apple contro Samsung, Cupertino ha avanzato una richiesta di pagamento sensibilmente inferiore, circa 7 dollari per tutti e tre i brevetti violati, allora erano l’ingrandimento a due dita, l’effetto elastico a fine elenco e l’ingrandimento via tap nella navigazione web. Sempre nel primo processo Apple propose a Samsung nel 2010 il pagamento di 30 dollari per ogni dispositivo venduto, ma non per un numero limitato di brevetti ma per un intero set di tecnologie di sua proprietà. Ora la richiesta avanzata supera di 10 dollari quella appena descritta e riguarda solo 5 brevetti.
Il divario tra la nuova richiesta di pagamento di Apple risulta ancora più evidente se si prendono in esame altri esempi. La stessa Samsung ha richiesto a Cupertino il 2,4% sulle vendite di dispositivi iOS per l’uso delle tecnologie considerate standard di settore, una percentuale considerata eccessiva non solo da Apple ma anche dalla maggior parte degli osservatori ed esperti legali. In USA una royalty del 2,4% su un iPhone da 500 dollari significa un pagamento di 12 dollari per dispositivo, quasi un quarto di quanto ora richiesto da Apple a Samsung, anche se questo confronto non può essere preso come determinante considerando la diversità dei brevetti in questione, essenziali di settore quelli di Samsung e originali e per tecnologie sviluppate internamente per quelli di Cupertino.
Per tutte queste ragioni Florian Mueller giudica le richieste di Apple spropositate, essendo a suo giudizio: “Completamente fuori campo da tutto ciò che sia mai stato rivendicato o (solamente, ndr) sia mai stato vociferato essere stato pagato in questo settore per interi portafogli”. La somma richiesta è così ingente che gli osservatori stessi risultano sorpresi che il giudice Lucy Koh abbia ammesso richiesta e tesi di Apple al nuovo processo. Il secondo round della diatriba Apple contro Samsung prenderà il via con una udienza il 31 marzo: anche per il secondo atto dell’eterna querelle legale possiamo aspettarci colpi di scena e sorprese.