Apple contesta la multa di 1,8 miliardi di euro inflitta dalla Commissione europea a inizo marzo per presunte regole vessatorie dell’App Store per i fornitori di streaming musicale. Secondo la Commissione, la Mela avrebbe abusato della sua posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale agli utenti iPhone e iPad (utenti iOS) attraverso il suo App Store, applicando restrizioni agli sviluppatori di app di terze parti, non informando gli utenti iOS di servizi di abbonamento musicale alternativi e più economici disponibili.
Dopo la multa di marzo, Apple aveva riferito che la decisione della multa, a suo modo di vedere era sta a raggiunta nonostante la Commissione non fosse stata in grado di trovare alcuna prova credibile per dimostrare un danno nei confronti dei consumatori, “ignorando la realtà di un mercato fiorente, competitivo e in forte crescita”, ed evidenziando che la promotrice principale della decisione, nonché la più grande beneficiaria, era Spotify, azienda con sede a Stoccolma che sviluppa la più grande app di streaming musicale al mondo, e che vanta una quota del 56% del mercato europeo nel streaming musicale, più del doppio del suo principale competitor, senza pagare nulla a Apple.
La Casa di Cupertino aveva già in precedenza annunciato che avrebbe presentato ricorso e quest’ultimo è stato presentato alla Corte di Giustizia Europea nel Lussemburgo. La Commissione, dal canto sua, ha già fatto sapere di essere pronta a difendere le sue decisioni dinanzi alla Corte di giustizia.
Apple sottolinea che dal 2015, Spotify ha iniziato a collaborare con la Commissione europea a un’indagine “con scarsi riscontri oggettivi”. E ancora: “Hanno affermato che il mercato della musica digitale era in stallo e che Apple ostacolava i concorrenti. Sfortunatamente per la sua causa, Spotify ha continuato a crescere e, in parte grazie all’App Store, ha surclassato qualsiasi altra azienda di musica digitale al mondo”. Nel corso dei successivi otto anni e degli oltre 65 incontri con Spotify, la Commissione europea ha cercato di costruire tre diversi casi. “Ad ogni svolta, ha circoscritto progressivamente la portata delle contestazioni, ma tutte le teorie – secondo Apple – avevano alcune caratteristiche in comune: Nessuna prova di danno ai consumatori ( in Europa, gli utenti e le utenti hanno più scelta che mai in un mercato della musica digitale che è cresciuto in maniera esponenziale) e nessuna prova di concorrenza sleale (in otto anni di indagini non hanno mai prodotto una valida teoria che spieghi in che modo Apple abbia ostacolato la concorrenza in un mercato che è chiaramente fiorente).
Apple sottolinea che fa parte dell’Europa da oltre 40 anni, e attualmente supporta oltre 2,5 milioni di posti di lavoro in tutto il continente. “Abbiamo contribuito a far prosperare mercati, promuovendo costantemente la concorrenza e l’innovazione, e l’App Store è una parte importante di tutto questo. Quindi, anche se rispettiamo la Commissione europea, i fatti semplicemente non supportano la decisione”.
er tutti gli articoli di macitynet che parlano di Spotify e Streaming si parte dai rispettivi collegamenti, invece per tutto quello che c’è da sapere sul servizio di musica in streaming concorrente Apple Music si parte da qui.