STMicroelectronics, l’azienda franco-italiana con sede a Ginevra (Svizzera), nota per la produzione di componenti elettronici a semiconduttore, ha fornito ad Apple il giroscopio a tre assi dell’iPhone 5. Con l’iPhone 6 la Mela ha cambiato fornitore, scegliendo per questo e altri componenti InvenSense; i rapporti con ST sono stati ad ogni modo mantenuti per componenti (accelerometro e giroscopio) integrati in Apple Watch. Appare dunque alquanto strano che la società abbia deciso di vendere alcuni brevetti a patent troll sfruttati per citare in giudizio Apple, una mossa che potrebbe essere poco gradita ai piani alti della Mela e portare alla conclusione definitiva dei rapporti con l’azienda franco-italiana.
Il querelante nell’accusa di violazione di brevetto è, come già detto, un patent troll, denominato Parthenon Unified Memory Architecture LLC (“PUMA”). Secondo le accuse, Apple avrebbe violato direttamente sette diversi brevetti, relativi alla produzione, uso, vendita, importazione, offerta in vendita e produzione di metodi oggetto delle rivendicazioni alle quali fanno riferimento i brevetti in questione.
Al momento nella denuncia formale non sono state fatte richieste specifiche ad Apple; l’azione legale sembra una sorta di mossa a effetto per far capire alla Mela di avere una corposa arma in pugno. A detta del querelante alcuni dei prodotti nei quali i loro brevetti sarebbero stati violati, sono: gli iPhone 3G, 3GS, 4, 4S, 5, 5C, 5S, 6 e 6 Plus; anche l’iPad, l’iPad touch e l’Apple TV non sarebbe esente dal problema e le violazioni sarebbero state riscontrate su iPad, iPad Air, iPad Mini, iPod Touch e Apple TV. Interessante notare che già con l’iPhone 5s, Apple aveva preferito cambiare fornitore, rivolgendosi a Bosch Sensortech. Intanto STMicroelectronics evidenzia qualche difficoltà sul mercato: il titolo sul Ftse Mib segna un calo dell’1,26% (a 7,04 euro) dopo i conti trimestrali pubblicati giovedì che si sono rivelati sotto le attese, così come l’outlook per il secondo trimestre.