Per 4 anni dal 2011 fino al 2015 il mercato cinese da solo ha rappresentato ben il 43% dell’intera crescita di Cupertino. La rilevazione sul business di Apple in Cina arriva con un report di Sterne Agee CRT che segnala una decisa inversione di tendenza: nel solo ultimo trimestre il fatturato di Apple in Cina è diminuito del 26%.
Non si tratta però di un allarme indirizzato ai piani alti di Cupertino, così come evidenziano gli stessi analisti: anche se consistente il calo è attribuito all’andamento complessivo del mercato smartphone, già emerso anche nei report di altre società di analisi. Negli ultimi mesi, dopo le corse all’acquisto di smartphone tipici dei mercati emergenti con impressionanti tassi di crescita a doppia cifra, la Cina è diventato sotto questo punto di vista un mercato maturo, con meno vendite, percentuali più contenute e dispositivi impiegati per periodi di tempo più lunghi.
In definitiva il calo del 26% non è imputabile ad Apple ed è dovuto al mercato cinese nel suo complesso, quindi interessa anche gli altri costruttori. Ma soprattutto Apple è penalizzata dal confronto con sé stessa: dopo oltre 4 anni di crescita spettacolare e un incremento anno su anno dell’84% registrato nel 2015, anche minime variazioni in questi ultimi mesi generano percentuali negative consistenti. Nel frattempo, come riportato da AppleInsider, negli smartphone in Cina diminuisce la moda Xiaomi ed ora i due costruttori che più guadagnano in termini di vendite sono Huawei e Oppo.
Tralasciando infine le percentuali, occorre ricordare che sul business di Apple in Cina in questi giorni grava la perdita dell’uso esclusivo del marchio iPhone, anche se limitato a una società locale che realizza prodotti in pellame e soprattutto la visione di Carl Icahnn. Il celebre investitore e miliardario ha deciso di vendere tutte le proprie azioni AAPL proprio perché vede Cupertino troppo legata all’andamento del mercato cinese.