Fin dall’era Steve Jobs Apple e la Cina hanno fatto affari d’oro, registrando oltre un ventennio di crescita impressionante per la produzione prima di iPod, poi iPhone e sempre più Mac, iPad e Apple Watch, ora però il legame tra Apple e la Cina pesa troppo, sia dal punto di vista economico che politico: il vero problema è che, secondo un ex ingegnere Apple intervistato da Financial Times, il divorzio tra Apple e la Cina è quasi impossibile e richiederà almeno 20 anni.
Il vincolo produttivo di Apple in Cina è iniziato a emergere con la guerra dei dazi doganali tra USA e Cina dell’era Donald Trump. Poi si è aggravato con la pandemia, fino al culmine toccato negli ultimi mesi del 2022, quando le chiusure per Covid del governo cinese hanno quasi bloccato la produzione di iPhone nella mega fabbrica Foxconn di Zhengzhou, dove vengono costruiti circa l’80% di tutti gli iPhone venduti nel mondo.
Ai blocchi per Covid sono seguite le proteste dei lavoratori letteralmente rinchiusi nella città fabbrica per operare a ciclo chiuso, vale a dire solo tragitto dormitori – fabbrica e ritorno, senza alcuna possibilità di uscire per evitare contatti e contagi. La situazione è migliorata anche più rapidamente del previsto, ma per le settimane di problemi e ritardi degli iPhone 14 Pro alcuni analisti stimano per Apple perdite per un miliardo di dollari a settimana.
Negli USA le tensioni con la Cina fanno pesare di più gli interventi di alcuni senatori di entrambi i partiti, che evidenziano i legami troppo stretti tra Apple e il Paese del Dragone. In particolare viene criticata la limitazione di AirDrop, con l’accusa che Apple lo abbia fatto solo per compiacere il governo cinese: la funzione era usata dai dissidenti per volantinaggio e scambio di informazioni.
Ma soprattutto nell’aula del Senato USA non si riesce a comprendere come e perché uno dei più grandi marchi americani nel mondo dipenda così strettamente da decine di società e da un paese con governo comunista.
Così a Washington come a Wall Street la relazione tra Apple e la Cina è giudicata insostenibile, rispettivamente dal punto di vista politico ed economico, ma un ex ingegnere Apple esclude categoricamente che sarà un divorzio rapido. Anzi sarà difficile, quasi impossibile, certamente richiederà molto tempo, circa 20 anni almeno.
L’ex ingegnere Apple era incaricato di automatizzare le linee di assemblaggio con robot per ridurre personale e costi in crescita. Ma costruire iPhone è molto più complesso e richiede molta più manodopera rispetto a un terminale Android, il rapporto è di 1200 persone per una linea che assembla iPhone e solamente 100 persone per una linea che assembla Android cinesi.
Secondo l’ex ingegnere Apple il colosso di Cupertino non riuscirà a sganciarsi dalla Cina nemmeno volendo, questo perché solo in Cina Apple può trovare la scala di stabilimenti e personale di cui ha bisogno. E per i robot che in futuro potranno automatizzare le linee di assemblaggio sostituendo le persone ci vorranno almeno altri 20 anni.
Nel frattempo in India 14 fornitori Apple hanno ottenuto i permessi per espandere stabilimenti e attività, come segnala Bloomberg. Una buona notizia nell’ottica di allentamento dei legami con la Cina, peccato però che tutti e 14 i fornitori siano società cinesi. Secondo alcune stime la metà di tutti gli iPhone sarà costruita in India entro il 2027.