Il progetto Apple Car o Project Titan come era noto nei primi anni, era destinato al fallimento fin dalla nascita perché la società ha puntato troppo in alto con gli obiettivi iniziali e ha peccato di arroganza.
Questo in sintesi quanto rivela Mark Gurman nella sua ultima newsletter Power On, grazie alle rivelazioni di dipendenti e manager di Cupertino ex e attuali. Quando il progetto è iniziato Apple aveva da poco rivoluzionato il mercato della musica con iTunes e iPod, poi gli smartphone con iPhone e si apprestava a fare lo stesso con Apple Watch.
Il grande successo riscosso in questi settori ha spinto la dirigenza di allora a pensare di poter fare altrettanto anche nel settore auto. All’inizio del progetto c’erano due opzioni: costruire un veicolo dal prezzo abbordabile con guida autonoma limitata in autostrade e strade principali ma non ovunque, oppure realizzare fin da subito un veicolo ma visto prima con guida autonoma completa e con design e funzioni in stile Apple.
In pratica fin da subito Apple ha progettato un veicolo senza volante e pedali con l’obiettivo di svelare un’auto milgiore di Tesla, ma la guida autonoma completa è risultata essere molto più complessa di quanto inizialmente ipotizzato.
Una fonte interpellata da Gurman, ha riferito che è un po’ come se Apple avesse voluto produrre iPhone partendo direttamente da iPhone X, saltando tutti i modelli precedenti. “Anziché piantare una bandiera nel terreno, con una vettura abbastanza buona (con interfaccia utente stile Apple, interni ed esterni brillanti progettati da Jony Ive, ed esperienza d’acquisto stile iPhone), l’azienda ha preferito scommettere tutto sul cavallo sbagliato: la guida autonoma”, scrive Gurman.
Altri problemi che sono emersi nel corso del tempo riguardano i costi del progetto, l’inevitabile prezzo di cartellino che questo avrebbe comportato per i consumatori e i sottilissimi margini di guadagno che avrebbe ottenuto Apple. Tutto questo è stato aggravato da indecisioni dei dirigenti su cosa avrebbe dovuto essere in definitiva Apple Car, sfide inerenti alla produzione, ma è stata soprattutto l’arroganza di pensare di poter fare tutto da soli l’elemento che ha portato all’annullamento.
Il mercato auto è più complesso rispetto a quello di computer, smartphone e riproduttori MP3, si è evoluto nel corso di un secolo e vede coinvolti molti concorrenti, obbliga al coordinamento con varie catene di approvvigionamento e richiede una marea di investimenti.
Gurman sottolinea che Apple avrebbe potuto seguire le strategie viste con altri prodotti dell’azienda, dove non ha cercato dall’inizio di offrire tutto e subito. Ricorda, ad esempio, che nel primo iPhone mancava il supporto 3G, che nei primi iPod non era presente lo schermo e che Apple Watch non è stato impermeabile fino alla seconda generazione.
Un veicolo a guida autonoma, riferisce ancora Gurman, sarebbe stato rischioso e comportato problematiche che avrebbero richiesto anni prima di poter essere risolte; considerando poi che il target di riferimento sarebbero stati utenti disposti a sborsare 100.000$, sarebbe stato necessario molto tempo prima di poter gestire un mercato multimiliardario (anche se da queste vendite non sarebbero arrivati margini elevati).
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