Apple si rivolgerà a Samsung per la memoria Nand degli iPhone prima dei ban sulle esportazioni statunitensi su uno dei principali produttori di chip flash NAND cinesi.
Lo riferisce DigiTimes, secondo che spiega come Apple intendesse originariamente acquistare chip di memoria flash NAND 3D a 128 strati da Yangtze Memory Technologies (YMTC) per l’uso negli iPhone venduti sul mercato cinese già quest’anno, con la possibilità di acquistare fino al 40% dei chip necessari per tutti gli iPhone.
Tuttavia, il mese scorso questi piani sono stati sospesi quando YMTC e altre 30 entità cinesi sono state aggiunte a un elenco “non verificato” di società che i funzionari statunitensi non sono stati in grado di ispezionare, finendo così nella lista nera già a partire dall’inizio di dicembre con conseguenti restrizioni commerciali.
Alle aziende statunitensi è vietato condividere qualsiasi progetto, tecnologia, documento o specifiche con le società presenti in questa black List. Le aziende che non possono fornire le informazioni necessarie entro 60 giorni saranno aggiunte alla lista nera delle esportazioni degli Stati Uniti. YMTC è anche indagato dagli Stati Uniti perché pare che abbia violato i controlli sulle esportazioni di Washington vendendo chip a Huawei, che a sua volta era già nella lista nera.
Come risultato delle restrizioni, Apple si rivolgerà adesso a Samsung Electronics come fornitore alternativo a partire dal 2023, secondo le fonti della catena di approvvigionamento citate nel rapporto.
Samsung, a lungo il principale fornitore di chip DRAM per iPhone, inizierà il prossimo anno a fornire flash NAND per dispositivi iOS dal suo stabilimento cinese di Xian, che ora contribuisce al 40% della capacità totale di flash NAND 3D del fornitore coreano, che va da 128 a 176 strati.
A differenza dei suoi rivali, Samsung non ha imposto tagli alla produzione in risposta alla lenta domanda del mercato flash NAND, probabilmente per via del suo ingresso nella catena di approvvigionamento di Apple. Inoltre, si ritiene che il produttore coreano sia in grado di permettersi tagli alle quote e aumenti della produzione, il che ha ulteriormente rafforzato la sua competitività.
I controlli sulle esportazioni sulla Cina imposti dall’amministrazione Biden sono uno sforzo per rallentare i progressi tecnologici e militari del paese.