Non solo Apple Car, non solo prodotti per la Smart Home. Apple potrebbe in futuro produrre un vaporizzatore utilizzabile con erbe e concentrati. Lo riporta la CNN dopo avere individuato un brevetto specifico: un dispositivo “per la vaporizzazione o sublimazione di sostanze”, senza specificare la sostanza utilizzabile.
Nel brevetto appare il nome del dipendente Tetsuya Ishikawa illustrando il progetto per una piastra con funzione di regolazione della temperatura all’interno di una camera che riscalda una sostanza trasformandola in vapore. CNN fa notare che dispositivi di questo tipo sono usati da molte persone per vaporizzare nicotina e cannabis, invece di fumarla perché, a loro dire, il sistema consente di ottenere un’esperienza più intensa, più salutare permettendo allo stesso tempo di risparmiare. I vaporizzatori in pratica portano la sostanza a un punto di ebollizione, facendo evaporare i principi attivi e i cannabinoidi senza bruciare le foglie ed evitando sia la formazione di prodotti tossici (catrame, monossido di carbonio e così via) sia di bruciare e disperdere le sostanze attive.
La Food and Drug Administration (FDA), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dallo scorso anno ha iniziato a regolamentare questi dispositivi, imponendo regole per i produttori e i distributori di vaporizzatori e accessori. Questi dispositivi sono utilizzati anche nell’ambito sanitario e dell’agricoltura. Resta il mistero del perché Apple abbia brevettato un accessorio del genere. Sul mercato esistono ad ogni modo vaporizzatori Bluetooth completi di app companion per smartphone che consentono di scegliere tra vari “profili” di riscaldamento.
In molti stati USA la distribuzione e il consumo di marijuana all’infuori deli luoghi pubblici è legale. Da tempo varie associazioni chiedono e la legalizzazione della cannabis a livello federale. Una delle promesse di Trump in campagna elettorale è consentire l’uso della marijuana a scopo medico, già ampiamente diffusa tra i pazienti, permettendo ai singoli stati di decidere sulla piena legalizzazione.
[aggiornamento: si veda la corretta interpretazione del brevetto su questa pagina]