Secondo quanto riferito, Apple ha avvertito i fornitori per un possibile ulteriore atto di vendetta della Cina per la controversa visita di questa settimana a Taiwan da parte del membro della Camera dei Rappresentanti USA, Nancy Pelosi: la risposta della Cina potrebbe causare problemi nelle spedizioni di iPhone e delle numerose componenti impiegate per costruirlo.
La Cina ha espresso il suo estremo disappunto per la visita, applicando tutta una serie di misure, che vanno dall’imposizione di sanzioni a Pelosi e alla sua famiglia, alle esercitazioni militari a fuoco vivo nelle acque di Taiwan. Ora è stata rivelata un’ulteriore misura di vendetta che secondo quanto riferito potrebbe interrompere la produzione di iPhone. Ricordiamo che Pelosi aveva incontrato il produttore di chip Apple TSMC durante la sua visita, oltre all’assemblatore Pegatron.
La visita di Pelosi a Taiwan aveva lo scopo di mostrare il sostegno degli Stati Uniti al Paese in un momento in cui ci sono crescenti preoccupazioni per una possibile invasione da parte della Cina. L’incontro di Pelosi con TSMC era probabilmente relativo al CHIPS Act. Secondo quanto riferito, la società taiwanese era preoccupata per il fatto che Intel avrebbe potuto ottenere la parte maggiore dei sussidi.
Ad ogni modo, Apple ha avvertito i suoi fornitori che la Cina sta applicando un regolamento doganale che potrebbe portare al rifiuto delle richieste di importazione ed esportazione da Taiwan, come riferito da Reuters.
Il produttore di iPhone avrebbe detto ai fornitori che la Cina aveva iniziato a far rispettare una regola di lunga data secondo cui le parti e le componenti di fabbricazione taiwanese devono essere etichettati come fabbricati in “Taiwan, Cina” o “Taipei cinese”. La regola è stata finora disattesa, ma adesso le cose sembrano cambiare, con la Cina che insiste sul rigoroso rispetto.
Attualmente ci sono rapporti contrastanti sul fatto che i ritardi di spedizione stiano influenzando sia le importazioni che le esportazioni da e verso la Cina, o solo i movimenti tra Taiwan e la Cina. Mentre i prodotti Apple, iPhone incluso, sono etichettati come “Progettato da Apple in California, assemblato in Cina”, è possibile che i documenti di spedizione descrivano la loro origine come “Taiwan”. Sembra probabile che solo i documenti debbano essere cambiati per consentire le spedizioni e non le etichette sui componenti.
Se il problema riguarda le spedizioni di componenti da Taiwan per l’assemblaggio in Cina, il problema sarà facile da risolvere, ma sarebbe molto più dirompente se uno qualsiasi dei componenti stessi fosse etichettato come “Made in Taiwan”.
Pegatron avrebbe riferito che le sue spedizioni non risultano interessate dal problema, ma la formulazione delle sue risposte alle richieste dei media sembra essere ambigua. Non si comprende se la società abbia voluto intendere che il suo impianto funziona normalmente o che le spedizioni dai suoi stabilimenti cinesi non siano state influenzate, o ancora che tutte le spedizioni (comprese le esportazioni) procedano normalmente.
In ogni caso, la nuova vendetta cinese arriva in un momento cruciale per la società, che prepara l’arrivo di iPhone 14, previsto per settembre prossimo.