Oltre una dozzina di grandi società statunitensi, Apple inclusa, hanno espresso preoccupazioni sulle possibile gravi conseguenze del bando di Trump su WeChat. Critiche e preoccupazioni riguardano l’ordine esecutivo firmato dal presidente USA che vieta alle società del Paese di intrattenere rapporti d’affari con le società cinesi Bytedance, sviluppatore di TikTok, e Tencent sviluppatore di WeChat.
Oltre ad Apple l’avvertimento è sostenuto da Disney, Ford, Morgan Stanley, United Parcel Service, Walmart, Goldman Sachs, Intel, MetLife, Merck & Co, Procter & Gamble e altre ancora. Le preoccupazioni sono state presentate all’amministrazione Trump nel corso di una conferenza telefonica con ufficiali della Casa Bianca, avvenuta a inizio settimana, ma segnalata dal Wall Street Journal solo nelle scorse ore.
Sia Apple che le altre società USA poco sopra riportate detengono forti interessi in Cina: tutte queste multinazionali hanno espresso preoccupazioni circa il merito e la portata del bando di Trump su WeChat. Infatti non risulta chiaro se il divieto vale solo per le attività di queste società in USA o se invece, cosa ancora più grave, il bando sarà esteso alle attività in tutto il globo.
Nel caso di Cupertino il bando di WeChat solo negli USA avrebbe un impatto molto più limitato, viceversa un blocco totale globale comporterebbe gravi ripercussioni. Tutti i colossi concordano che un blocco totale potrebbe ridurre la competitività del proprio business nel Paese del Dragone. Ricordiamo che già diversi analisti hanno previsto conseguenze disastrose nel caso in cui Apple fosse costretta a bloccare WeChat su iPhone e App Store in Cina.
Tenendo presente che questa app multifunzione, per messaggistica, pagamenti online e fisici, acquisti e altro ancora, è usata da 1,2 miliardi di utenti per lo più cinesi per gli scopi più disparati: un blocco totale esteso anche alla Cina renderebbe iPhone inutile o quasi agli occhi di un utente cinese.
«Per coloro che non vivono in Cina, non capiscono quanto siano vaste le implicazioni se le aziende americane non sono autorizzate a usarlo» ha dichiarato Craig Allen, presidente del US-China Business Council, aggiungendo «Si troveranno in grave svantaggio rispetto a ogni concorrente». Tutto questo senza considerare le possibili ritorsioni della Cina contro Apple e le altre società USA che operano più o meno direttamente in Cina.