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Apple avverte gli sviluppatori italiani: nuova imposta governativa del 3% sui servizi digitali

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Apple avverte gli sviluppatori di App Store italiani: presto sarà prelevato dalle transazioni App Store il 3% in più di tasse governative, come previsto per l’imposta web tax. È l’effetto, spiega Cupertino in una nota al cui centro ci sono proprio alcune novità fiscali su scala mondiale, della web tax che l’Italia, assieme ad altre nazioni europee, ha deciso di applicare ai grandi gruppi che operano su Internet.

L’imposta sui servizi digitali, lo ricordiamo, si applica nella misura del 3% su quelle aziende che hanno ricavi da 750 milioni di euro in sù, di cui almeno 5,5 milioni sul nostro territorio nazionale. Il caso di Apple, Amazon, Facebook e pochi altri. La cosidetta digital service tax (come la chiama Apple nella comunicazione agli sviluppatori) riguarda non solo l’Italia, ma anche altre nazioni come Spagna, Francia e Regno Unito ma non è in realtà mai stata applicata in attesa dell’esito delle trattative con gli Stati Uniti che minacciano ritorsioni e dazi reciproci. Anche in conseguenza della crisi del Covid, il tavolo di discussione, sospeso per iniziativa del governo americano, non è mai ripreso e attualmente la tassa non è di fatto in vigore. Ma Apple ha messo ugualmente le mani avanti.

Quando sarà in azione, l’imposta non porterà a un immediato aumento dei prezzi delle app. Ipotizzando a 100 euro il prezzo teorico di una app su App Store, in Italia fino ad ora veniva dedotto il 22% per l’IVA, quindi i rimanenti 88 euro venivano ripartiti tra sviluppatori e Apple nelle tradizionali percentuali, rispettivamente il 70% allo sviluppatore e il 30% ad Apple. Così l’introduzione di una nuova imposta del 3% va a incindere sia sul guadagno di Apple che su quello degli sviluppatori.

Sempre nel caso del prezzo teorico di 100 euro di una app, sommando l’IVA alla web tab del 3%, rimangono 85 euro (prima 88) da suddividere tra programmatore (70%) e Apple (30%). A quel punto toccherà a ciascun sviluppatore decidere se lasciare invariato il prezzo originale dell’app o dell’acquisto in-app, facendosi carico della sua quota della nuova imposta governativa, oppure aumentare il prezzo scaricando l’incidenza della nuova tassa sugli utenti finali.apple imposta

Le tasse, come accennato, sono al centro anche di novità per altre nazioni. In particolare, i prezzi di app e acquisti in-app si apprestano ad aumentare in Cile, Messico, Arabia Saudita e Turchia. Più nel dettaglio, in Cile per via di una nuova imposta sul valore aggiunto del 19%, in Messico del 16%, in Arabia Saudita dal 5% al 15%, mentre in Turchia vi sarà una nuova tassa sui servizi digitali del 7,5% in aggiunta all’attuale imposta sul valore aggiunto del 18%. In Germania, invece, l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto ridotta dal 19% al 16%.

In questi paesi gli sviluppatori potranno scaricare i grafici dei prezzi aggiornati dal sito per sviluppatori di Apple, così da prepararsi alle modifiche imminenti. Gli sviluppatori potranno modificare i prezzi di app, abbonamenti e acquisti in-app e, se lo desiderano, potranno scegliere di mantenere i prezzi per gli abbonati esistenti. Apple afferma che le variazioni di prezzo dovute alla nuova imposta saranno attive “nei prossimi giorni”.

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