L’Europa potrebbe multare Apple per miliardi. La stima è di Apple stessa che parla per la prima volta delle conseguenze finanziarie che potrebbe avere l’indagine lanciata dall’Ue sulle manovre di elusione fiscale basate su accordi che Cupertino avrebbe stipulato con l’Irlanda,
Apple spiega in un documento depositato Securities and Exchange Commission (SEC) che “Se la Commissione Europea dovesse concludere l’indagine a sfavore dell’Irlanda, sarebbe richiesto al governo del paese di recuperare dalle società le tasse pregresse non pagate per un periodo che coprirebbe fino a 10 anni, equivalenti alla copertura degli aiuti di Stato non consentiti, e tale importo potrebbe essere materiale”.
Secondo quanto calcolato dal Financial Time, un evento definito come “materiale” tocca il 5 per cento dell’utile medio pre-tasse di una società negli ultimi tre anni. Per Apple, che ha riportato il più alto profitto trimestrale di sempre per una società statunitense nello scorso mese di gennaio, questa “penalità” potrebbe superare 2,5 miliardi di dollari, la multa più alta di sempre per la EU.
Ricordiamo che la questione, slegata dalle indagini che alcuni paesi, tra cui l’Italia, stanno conducendo sulle operazioni svolte da Apple con le sue società controllate e che anch’esse potrebbero trasformarsi in sanzioni pesantissime per il recupero di somme fiscali non pagate, parte dal sospetto che Apple abbia stipulato con l’Irlanda un patto speciale con una fortissima riduzione delle tasse, in cambio dell’insediamento della sua filiale nella nazione dell’arcipelago britannico. Se infatti non è proibito per un paese dell’Eu decidere di applicare tasse più basse di altri paesi, è vietato stipulare accordi riservati con regimi fiscali speciali perchè questi si configurerebbero come aiuti di stato, proibiti dagli accordi Ue
La decisione definitiva arriverà da Bruxelles entro la fine del mese di giugno e rappresenta un importante banco di prova per Margrethe Vestager, il nuovo commissario alla concorrenza; la sua decisione darà infine un’indicazione della sua posizione per quanto riguarda la pianificazione fiscale da parte delle multinazionali in Europa.