Apple ha risposto all’appello di China Labour Watch sulle morti avvenute presso il subappaltatore Pegatron, affermando che già a novembre aveva mandato di sua iniziativa un team a indagare. Curiosamente l’ONG non aveva menzionato la visita degli ispettori di Cupertino, accusando Pegatron e Apple di non essersi attivate per l’autopsia del ragazzo morto in circostanze da chiarire.
Un portavoce di Apple fa sapere che a novembre ha mandato esperti sia cinesi, sia americani, al fine di svolgere le indagini, si è detto dispiaciuto di non poter essere di conforto ai familiari coinvolti ma gli ispettori non avrebbero individuato alcun nesso tra la morte del ragazzo e le condizioni di lavoro. Pegatron, da parte sua, avrebbe però affermato che il ragazzo ha usato per l’assunzione i documenti di un suo cugino 21enne.
Apple ribadisce ad ogni modo gli sforzi che sta portando avanti, affermando di essere attivamente impegnata a garantire i più elevati standard di responsabilità sociale ovunque vengano realizzati i suoi prodotti. Da tempo la casa di Cupertino esegue cicli continui di ispezioni, piani di miglioramento e verifiche, collaborando con i fornitori per assicurare che siano all’altezza del Codice di condotta aziendale e standard ideali.
Come abbiamo già scritto ieri, non è la prima volta che Pegatron viene accusata di violare i diritti dei lavoratori e non solo. A luglio di quest’anno le società di ricerca e assunzione personale, incaricate da Pegatron della gestione e del reclutamento di migliaia di nuovi dipendenti, sembrano abbiano trattenuto documenti e parte delle paghe dei dipendenti, per evitare che gli operai lasciassero l’impiego prima di un periodo minimo.