Quasi un terzo delle aziende che Apple ha aggiunto al suo elenco di fornitori negli ultimi tre anni ha sede nella Cina continentale, contrariamente alle voci secondo cui Apple sta cercando di ridurre la sua dipendenza dai fornitori cinesi.
Tra le 52 nuove società che Apple ha aggiunto alla sua catena di approvvigionamento dal 2017, 15 si trovano nella Cina continentale, secondo quanto riportato dal South China Morning Post. Molte di queste società hanno sede a Shenzhen, mentre altre nella regione Jiangsu. Apple ha anche aggiunto sette società statunitensi e sette società taiwanesi al suo elenco di fornitori tra il 2017 e il 2020.
La prevalenza di aziende con sede in Cina nell’elenco sottolinea la dipendenza attuale di Apple dalla Cina e l’importanza complessiva del Paese per la catena di fornitura tecnologica globale.
Foxconn, tra questi, ha iniziato a offrire incentivi in denaro negli ultimi mesi per attirare nuovi lavoratori durante l’intensa stagione di produzione. In India, al contrario, Foxconn ha dovuto ridurre la produzione di circa il 50% a causa della situazione COVID-19. Il numero di fornitori cinesi aggiunti alla rosa dei candidati di Apple sfida anche le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina manifestatesi durante l’amministrazione Trump.
Secondo South China Morning Post, le 200 aziende nell’elenco dei fornitori 2020 di Apple rappresentano circa il 98% della spesa diretta dell’azienda per materiali, produzione e assemblaggio. Circa l’80% di questi fornitori ha almeno una struttura in Cina.
La dipendenza di Apple dalla Cina è stata messa sotto esame negli ultimi anni. Tra questi, l’investitore Peter Thiel ha definito il rapporto di Apple con la Cina un “problema reale”. Un gruppo di legislatori statunitensi ha anche esortato Apple a uscire dalla Cina a maggio.
Apple è stata accusata di aver compiuto una serie di sforzi per accontentare Pechino, tra cui consentire la memorizzazione dei dati degli utenti cinesi su server di proprietà locale e la rimozione di app dallo store che violano le normative locali. Inoltre ci sono state preoccupazioni per le violazioni dei diritti umani in Cina, in particolare per le accuse di aziende che utilizzerebbero lavoro forzato. A maggio, un rapporto ha indicato che almeno sette fornitori Apple avrebbero utilizzato programmi di lavoro forzato opprimendo le minoranze in Cina.