Apple si è adeguata agli obblighi previsti in India dall’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni (TRAI) pubblicando l’app anti spam fortemente richiesta dal governo.
Ad agosto dello scorso anno l’autorità in questione aveva criticato Apple per aver rifiutato di approvare l’app Do Not Disturb o TRAI DND – Do Not Disturb, questo il nome completo dell’app. Il governo indiano ha richiesto lo sviluppo di un’applicazione iOS anti-spam, allo scopo di impedire telefonate moleste/indesiderate: pare che in India gli utenti ricevano mediamente 10 chiamate o messaggi indesiderati al giorno di marketing e pubblicità.
L’applicazione era stata creata e pubblicata senza problemi su Google Play Store in India ma rigettata da Apple: la multinazionale di Cupertino che aveva obiettato di non poterla pubblicare su App Store per questioni legate alla privacy. L’app in questione, di fatto, richiede per il corretto funzionamento, l’accesso ai registri di chiamate e messaggi.
La mossa non era piaciuta al governo indiano che a marzo dello scorso anno aveva fatto sapere di stare valutando di intraprendere una azione legale contro Apple per costringerla ad approvare l’app anti-spam. Oltre all’azione legale, il governo ha studiato leggi che obbligano Cupertino a collaborare. Portavoce della Mela avevano riferito che l’azienda era disposta a collaborare contribuendo direttamente allo sviluppo.
A luglio di quest’anno il governo indiano aveva minacciato di mettere al bando gli iPhone se Apple non avesse approvato l’app consentendo agli utenti di segnalare chiamate e messaggi indesiderati. Non è chiaro quali dati l’app (gratuita) è in grado di ottenere ma probabilmente è in grado di accedere a un semplice registro di chiamate e messaggi.
In India Apple non riesce a incrementare il proprio business come sperato e previsto: al momento avrebbe raggiunto solo l’1% del mercato degli smartphone. Le sfide di Apple in India sono rese ancora più complesse dai prezzi, in media un iPhone di ultima generazione risulta fuori dalla portata della maggior parte della popolazione, oltre che dalle normative interne, che applicano dazi e tasse particolarmente elevati per l’importazione nel paese di componenti e prodotti provenienti da altri mercati.