L’Autorità britannica Garante della Concorrenza e del Mercato ha indicato ad Apple delle “azioni correttive” per iOS, misure pensate per contrastare “la sua sostanziale e forte presenza sul mercato”, scelte che la multinazionale di Cupertino non approva, arrivando a dichiarare che le modifiche proposte dall’antitrust UK trasformerebbero iOS e iPhone in un “un clone di Android” di Google.
Le ragioni della contrarietà di Apple sono dovute alle indicazioni della Competition and Markets Authority (CMA), suggerimenti secondo i quali bisogna fermare il WebKit (il “motore” di rending di Apple usato da Safari e altri browser), affermando che quest’ultimo ostacola la concorrenza. Le pretese dell’Autorità britannica fanno parte di richieste più ampie per browser e piattaforme di cloud gaming, con rimedi indicati in una dichiarazione in un documento redatto a dicembre dello scorso anno.
Nella nota della CMA si citano suoi studi di mercato, dai quali emergerebbero prove che “la qualità di tutti i browser per i dispositivi Apple è limitata dal lento ritmo nello sviluppo di Apple WebKit, con sviluppatori costretti ad annullare funzionalità per l’assenza di tecnologie di supporto nel motore di Apple, costi di sviluppo elevati per fare affidamento ad app con tecnologie native rispetto alle web app, e l’obbligo di gestire bug e anomalie insite in WebKit”.
Apple ha risposto a dicembre all’Autorità ma la replica è stata resa nota solo ora e rimanda al mittente le accuse, spiegando che la rimozione di WebKit impedirebbe “aggiornamenti uniformi delle app per il rendering dei contenuti web, sulla falsariga di Android”.
L’Autorità britannica propone inoltre ad Apple di attivare il “sideloading” (in altre parole, offrire la possibilità agli utenti di scaricare le app da store alternativi ad App Store), scelta che secondo Cupertino “degraderebbe le robuste protezioni utente dell’accurato modello di selezione di Apple”. Infine i legali di Cupertino riferiscono ancora che gli effetti di questi cambiamenti, trasformerebbero iOS “in un clone di Android”, riducendo dunque in realtà la scelta dei consumatori.
La CMA è convinta che Apple e Google operano in regime di duopolio con i sistemi operativi mobili, sulla falsariga di quanto stabilito anche dalla Commissione giapponese per la concorrenza e la tutela dei consumatori. Dubbi sono stati sollevati anche dalle autorità statunitensi, secondo le quali gli app Store di Apple e Google frenano l’innovazione.
In Europa, lo ricordiamo, quest’anno entrerà in vigore il Digital Markets Act, regolamento europeo sui mercati digitali che mira a contrastare gli abusi di posizione dominante e prevede diversi obblighi ai quali anche Apple si dovrà adeguare.
È presto per dire se arriverà un app store iOS alternativo, ma senza dubbio l’obbligo di WebKit sembra destinato a durare ancora poco: i principali browser mobile Google Chrome e Mozilla Firefox in testa sono già in sviluppo in versioni prive di Apple WebKit, segno che il cambiamento è vicino.