Apple ha recentemente registrato l’ennesimo brevetto per un anello intelligente: studi e brevetti di Cupertino per l’anello smart proseguono da anni, ma ora un dispositivo di questo tipo assume più importanza e funzioni, data la disponibilità di Vision Pro (in Italia non ancora) e in prospettiva di un secondo modello dal prezzo più abbordabile, oltre che di futuri possibili occhiali smart.
Nella nuova documentazione infatti si parla di due aspetti: da una parte il monitoraggio della salute, dall’altra il controllo di altri dispositivi Apple. E qui rientrano perfettamnte i visori e gli occhiali per la Realtà Aumentata, ovvero quei dispositivi che si stanno timidamente facendo largo sul mercato in questo ultimo periodo.
I dati raccolti da questo anello – emerge dagli schemi del nuovo brevetto – potrebbero essere inviati senza fili ad altri dispositivi dotati di schermi, inclusi appunto il Vision Pro e simili.
Per certi versi assomiglierebbe agli anelli smart prodotti da altre aziende come l’Oura Ring e Galaxy Ring di Samsung, attualmente progettati per raccogliere dati su salute e allenamenti come alternativa agli smartwatch.
Apple come dicevamo detiene già una vasta serie di brevetti che parte dal lontano 2015 e ruota intorno a questa nuova tecnologia, ma molti compreso l’ultimo descrivono anche utilizzi diversi dalla semplice raccolta dati di tipo sanitario.
In queste nuove pagine Apple scrive infatti che questo indossabile può funzionare benissimo e in maniera del tutto autonoma per monitorare lo stato di salute dell’utente, ma in altri scenari «può controllare uno o più dispositivi elettronici».
Via via che ci si addentra nella documentazione approvata dall’USPTO nelle scorse ore si scopre qualche dettaglio in più, come quello in cui viene spiegato ad esempio come l’anello sia in grado di fornire input di tipo tattile o gestuale, compreso quello combinato con un altro dispositivo in cui viene schiacciato un pulsante.
L’idea generale è che possa essere usato come controller per interfacce di nuova concezione, specie quando si fa riferimento a «dispositivi montati sulla testa». In una delle pagine che trattano questo argomento, l’anello viene affiancato a dispositivi che hanno la forma di caschi e occhiali, chiaramente generiche per tenere nascosto il design di eventuali nuovi modelli ancora in fase di sviluppo.
Quando si parla di brevetti sappiamo bene che molti non diventeranno mai prodotti e, anche nel caso in cui vengano effettivamente realizzati, risulta difficile stabilire le tempistiche. L’interfaccia di Vision Pro funziona benissimo tramite puntamento oculare e rilevazione delle mani, ma l’anello può fornire ulteriori input e feedback tattile, per esempio per giochi o altre applicazioni.
Grazie ai circuiti integrati – spiega Apple – l’anello sarebbe infatti in grado di acquisire letture in tempo reale sulla posizione, sull’orientamento e sul movimento della mano sulla quale è indossato, attività queste che possono essere eseguite appunto per controllare un’interfaccia come quella di Vision Pro.
Oltre Vision Pro
L’anello avrebbe particolarmente senso con un visore di nuova generazione, più piccolo e leggero, o magari proprio con i fantomatici Apple Glasses di cui si parla ormai da diversi anni, che per mantenere un design snello e poco invasivo non presenterebbero molte delle fotocamere che invece oggi vengono impiegate in Vision Pro per tracciare con precisione i movimenti delle dita e delle mani.
Forse il sogno di un paio di occhiali che sembrano da vista ma che invece integrano le innovative funzionalità di Vision Pro non è più così lontano come sembrava.