Riemerge la diatriba sul nome “App Store”, per il quale Apple ha fatto richiesta di registrare il marchio nel 2008. L’azione di Cupertino ha sollevato prima le proteste di Microsoft, entrando poi nel vivo quando Amazon ha deciso di lanciare il suo Appstore dedicato ad Android e al suo Kindle Fire.
Apple vorrebbe limitare l’utilizzo del termine “App Store” solamente al suo negozio di app online, sostenendo che ormai il termine è entrato nel gergo comune per identificare proprio l’app store disponibile all’interno di iTunes. Amazon (ma anche Microsoft e per ora la corte della California) pensano invece che il termine app store si riferisca ad un negozio generico online, non necessariamente all’App Store di Apple.
Apple ora però spinge l’acceleratore sulla possibile confusione che l’uso che ne sta facendo Amazon potrebbe provocare. Dal lancio del Kindle Fire sembra infatti che l’azienda di Bezos abbia iniziato a usare sempre meno la dicitura “Appstore per Android” adducendo alla decisione il rischio che gli utenti pensassero che le app fossero disponibili solo per i dispositivi Android “ortodossi”. Ricordiamo infatti che anche il Kindle Fire sfrutta Android, ma Amazon ha operato profonde modifiche nel sistema operativo, allontanandolo commercialmente e comunicativamente in maniera netta dall’Android tradizionale, rendendolo una sorta di versione “apocrifa” del sistema operativo di Google.
Apple ha quindi richiesto ad Amazon di produrre un’apposita documentazione spiegando per quali ragioni abbia deciso di usare sempre meno il termine “per Android” accompagnato ad Appstore, insinuando che questo abbandono linguistico possa aumentare il potenziale rischio di confusione. “A tale merito, prove che suggeriscono che il nome del servizio di Amazon è in realtà ‘Amazon Appstore,’ o almeno che Amazon ha consapevolmente scelto di cessare o ridurre al minimo l’uso di ‘per Android’ con il suo marchio, è molto importante ai fini della denuncia di Apple” sostiene la Mela.
Molte aziende, a differenza di Amazon, hanno deciso di usare terminologie diverse per identificare i vari Google Play Store (prima Android Market), il Windows Phone Marketplace o il BalckBerry App World. Apple questa volta potrebbe però non essere in grado di difendere il suo marchio, che è stato valutato a più riprese un termine troppo generico per poter essere concesso in esclusiva.
Fonte: Gigaom