Apple e Amazon sono competitor su alcuni versanti ma alleate su altri: la multinazionale di Cupertino è uno dei più grandi clienti di Amazon AWS, l’azienda di proprietà del gruppo Amazon che fornisce servizi di cloud computing sull’omonima piattaforma on demand.
Apple spende una media di 30 milioni di dollari al mese nelle soluzioni Amazon AWS, sfruttate per offrire servizi quali iCloud e altri ancora. Una parte importante del fatturato di Apple arriva da servizi quali App Store, Apple Care, Apple Pay e iCloud. Cupertino ha recentemente presentato AppleTV+, servizio di abbonamento a video originali che consentirà agli utenti di accedere a film, documentari, serie e programmi originali.
Ogni mese sono oltre 1 miliardo le persone che usano di dispositivi Apple e che hanno bisogno di accedere a svariati servizi, per questa ragione il colosso di Cupertino ha investito massicciamente in sue infrastrutture. A gennaio del 2018 ha annunciato un piano che prevede una spesa di 10 miliardi di dollari per costruire nuovi data center negli USA nel giro di cinque anni. A dicembre l’azienda aveva fatto sapere che avrebbe speso nel settore 4,5 miliardi entro il 2019.
Ciò nonostante i datacenter proprietari non sono sufficienti ed Apple si affida anche a terzi, grandi aziende che offrono soluzioni cloud on-demand che hanno la peculiarità di garantire continuità dei servizi erogati, offrono ridondanza e sicurezza, affidandosi a Amazon Web Service, secondo quanto riporta CNBC, ma in passato anche ad Alphabet (l’azienda sotto il cui “cappello” ricade Google) e anche Microsoft.
Amazon Web Services (AWS) è, da 13 anni, una delle piatteforme cloud più completa e a adottata a livello mondiale. Offre oltre 165 servizi per calcolo, archiviazione, banche dati, networking, analitica, robotica, apprendimento artificiale e intelligenza artificiale (artificial intelligence, AI), Internet degli oggetti (Internet of Things, IoT), mobilità, sicurezza, ambienti ibridi, realtà virtuale (virtual reality, VR) e realtà estesa (augmented reality, AR), media e sviluppo.
Non solo: implementazione e gestione di applicazioni da 61 Zone di disponibilità (Availability Zone, AZ) in 20 regioni geografiche diverse, tra cui Stati Uniti, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Irlanda, Giappone, Corea, Singapore, Svezia e Regno Unito. Milioni di clienti, comprese startup, aziende tra le più grandi al mondo e alcune delle più importanti agenzie governative, fanno affidamento su Amazon AWS per alimentare le loro infrastrutture.
Nel 2018 Amazon AWS ha rappresentato 25,66 miliardi di ricavi per Amazon, in altre parole l’11% delle entrate totali annue e il 59% dei proventi di gestione. A questi ritmi AWS, spiega CNBC, otterrà più entrate da Apple che da altre aziende quali Adobe, Capital One, Intuit, Lyft e Pinterest.
Come termine di paragone, l’impresa di trasporti Lyft lo scorso anno ha pagato per avere servizi AWS fino al 2021, almeno 300 milioni di dollari. Pinterest si è impegnata a spendere almeno 750 milioni di dollari per un periodo di sei anni che terminerà a metà 2023. Si tratta di una media di circa 100 milioni di dollari l’anno per Lyft e 125 milioni di dollari l’anno per Pinterest. Quest’anno Snap si è impegnata a spendere su AWS fino alla fine del 2022, almeno 150 milioni di dollari.
Pochi giorni addietro Amazon ha annunciato tre nuovi progetti per la generazione di energia rinnovabile come parte del suo obiettivo a lungo termine consistente nell’alimentare l’intera infrastruttura globale di Amazon Web Services con energia rinnovabile. I suddetti progetti – uno in Irlanda, uno in Svezia e uno negli Stati Uniti – genereranno complessivamente più di 229 megawatt (MW) di elettricità derivata da energia eolica, con una capacità prevista di oltre 670.000 megawattora (MWh) di energia rinnovabile all’anno.