Apple, Amazon, Facebook e un gruppo di altri pesi massimi della Silicon Valley presenteranno una lettera per esortare il futuro presidente degli Stati Uniti ad appoggiare la Trans-Pacific Partnership (Tpp), progetto di regolamentazione che ha lo scopo di promuovere gli scambi e gli investimenti tra i paesi partner, “promuovere l’innovazione, la crescita economica e lo sviluppo” e anche di “sostenere la creazione e il mantenimento di posti di lavoro”.
L’accordo tra gli USA e altri 11 paesi che si affacciano sull’Oceano Pacifico, dal Giappone al Cile, Cina esclusa, coinvolgerebbe una quantità di scambi pari al 40 per cento dell’economia globale. L’accordo, raggiunto il 5 ottobre 2015, ma ancora in attesa dell’approvazione dei singoli firmatari prevede, tra le altre misure, provvedimenti per ridurre le barriere tariffarie. Il risultato sarebbe, di fatto, un accordo di scambio e con il passare del tempo potrebbe portare all’eliminazione delle barriere commerciali tra paesi come Giappone e USA.
Nella lettera si chiedono anche “limitazioni nelle possibilità di acceso ai dati degli utenti da parte dei governi”, il riconoscimento di problemi che riguardano la tutela della sfera privata del consumatore, in particolare gli “strumenti di sicurezza critici” per la questione cifratura. Non mancano infine riferimenti alla censura online, richieste concernenti i nuovi modelli di business della cosiddetta “sharing economy” e la richiesta di regole su questioni di materia fiscale.