Cupertino non trae alcun profitto dai servizi di riparazione: Apple ha spiegato all’Antitrust come – per quanto riguarda i servizi di riparazione dei dispositivi – la posizione di Apple non sia affatto problematica.
Nell’estate 2019 la commissione giudiziaria del Governo degli Stati Uniti aveva posto domande sull’antitrust e sulla concorrenza dei giganti dell’hi-tech. Apple ha affrontato, durante le audizioni, ora disponibili, le politiche sull’App Store, sulle app, i browser e le riparazioni.
E sono proprio le riparazioni l’argomento su cui Cupertino ha rilasciato le dichiarazioni che la metterebbero al riparo dalle accuse di concorrenza sleale: la società ha dichiarato che il costo della fornitura di servizi di riparazione ha superato le entrate generate dalle riparazioni, situazione che non lega le riparazioni a guadagni finanziati.
Non è chiaro se l’attività di riparazione sarebbe redditizia escludendo le riparazioni gratuite in garanzia, ad esempio. È lecito pensare che Apple guadagni vendendo le estensioni delle garanzie AppleCare, altrimenti non ci sarebbe più un’offerta di questo tipo da parte di Cupertino.
Negli ultimi anni Apple si è mossa già diverse volte per dissuadere i governi dall’imporre nuovi regolamenti sulle pratiche di riparazione.
Un altro tema affrontato da Apple è quello del legame con Google. Rispondendo alle domande sulla relazione di Apple con Big G, Apple non ha rivelato informazioni su accordi monetari, ma ha sottolineato che l’accordo di ricerca con Google – motore di ricerca predefinito in Safari – genera entrate basate sul traffico di riferimento attraverso l’URL. Naturalmente Apple ha ricordato che gli utenti possono cambiare liberamente il motore di ricerca predefinito scegliendo Yahoo, Bing o DuckDuckGo in qualsiasi momento.
Il documento completo dell’audizione di Apple alla commissione giudiziaria si può leggere a partire da questo link. In Europa, invece, è in corso una indagine su Apple per presunte pratiche monopolistiche di App Store, indagine avviata in seguito alla lettera di reclamo di Spotiy, accuse che Apple ha respinto. Invece negli scorsi giorni in Germania una nuova legge obbliga Apple ad aprire le funzioni del chip NFC di iPhone per poter essere impiegato anche da sistemi di pagamento concorrenti di Apple Pay.