Phil Schiller, Senior Vice President Worldwide Marketing di Apple, ultimamente sembra molto loquace: dopo la chiacchierata nel podcast Accidental Tech per parlare della WWDC, ha parlato anche con i redattori di Rolling Stone in occasione dei 15 anni di GarageBand.
Schiller ha spiegato il machine learning avrà un ruolo sempre più importante nella produzione musicale e con GarageBand. “Senza entrare nei dettagli, penso che l’apprendimento automatico – nel senso di sistemi e software che consentono di anticipare ciò che l’utente vuol fare – si rivelerà utile”.
Il dirigente è rimasto ovviamente sul vago ma l’indicazione è in linea con gli sforzi dell’azienda sempre più impegnata nello sviluppo di tutto ciò che ruota intorno all’intelligenza artificiale. Nell’intervista, ad ogni modo, più che parlare del futuro di GarageBand, ripercorre la storia di questo software. “Nel 2004 era nato come parte di un esperimento su ciò che è possibile fare con i computer”, ricorda Schiller.
“All’epoca, stavamo lavorando al primo iMac, ragionavamo cosa stesse cambiando intorno a noi, e abbiamo pensato a una nuova categoria di software per consentire di collegare tutti quei dispositivi e servizi che cominciavano ad apparire”. GarageBand è stato integrato nella suite iLife che comprendeva iPhoto, iMovie e iWeb, strumenti nati per soddisfare la visione di Steve Jobs con il Mac al centro della vita digitale dell’utente.
Apple ha acquisito 17 anni addietro Emagic, gli sviluppatori di Logic, ottenendo il suo fondatore, l’ingegnere tedesco Gerhard Lengeling. È sulla base di questo software che GarageBand è stato creato (continuando nel frattempo lo sviluppo di Logic Pro). Oggi, in stanze dedicate dell’Apple Park, una mezza dozzina di ingegneri del suono dedica il tempo a registrare il più fedelmente possibile strumenti reali per arricchire le funzionalità del software musicale di Apple. Lavorano settimane e a volte anche mesi per essere sicuri che gli strumenti registrati per GarageBand e Logic siano validi quanti i loro equivalenti “reali” o sintetici.
GarageBand integra una libreria di suoni completa di strumenti, preset per chitarra e voce, e una grande selezione di batteristi e percussioni straordinariamente realistiche. Il numero di strumenti virtuali è 40 volte superiore a quelli disponibili nella prima versione del software, presentata 15 anni addietro.
“La dinamica tra Garageband e il nostro prodotto Pro, Logic, è organica”, ha spiegato Susan Prescott, vice president responsabile app marketing. “Non è creare una funzionalità pro e ridurla, o progettarla per l’ambito consumer e spingerla per i pro”; “vogliamo continuare a essere rilevanti per tutti (il pubblico generale, così come i professionisti, ndr).
Alla domanda se un software accessibile a tutti (GarageBand è una delle app preinstallate gratuitamente sia sui dispositivi iOS, sia su Mac), non rischia di standardizzare la produzione musicale, per via dei loop di serie di GarageBand o Logic, Phil Schiller concorda spiegando che “esiste una relazione di causa-effetto” tra qualsiasi tipo di creatività e le piattaforme di creazione. A controbattere questo pericolo dovrebbero essere le funzioni di machine learning di cui accennavamo all’inizio. “Forse un giorno il futuro John Lennon scoprirà il suo talento usando il computer che gli regalarono da piccolo a Natale”.