Come annunciato nelle scorse settimane Jane Horvath, senior director responsabile global privacy di Apple, ha preso parte a un dibattito sulla privacy che si è svolto nell’ambito del Consumer Electronics Show (CES 2020) di Las Vegas.
Horvath ha lodato le iniziative dell’azienda a tutela della privacy dei clienti e difeso la posizione di Apple sulle tecnologie di cifratura hardware. La multinazionale di Cupertino è profondamente convinta che i dati dei clienti debbano restare offuscati, anche per Apple stessa; questa affermazione è la risposta a una delle domande poste nel corso della tavola rotonda, parlando di una recente indagine dell’FBI e della richiesta dell’agenzia investigativa USA che ha inviato una lettera ad Apple per chiedere assistenza nello sblocco di due iPhone legati a indagini in corso.
Su tutte le questioni la Horvath ha ribadito la linea dell’azienda, difendendo l’implementazione di Apple che prevede forti funzionalità di cifratura intrinseche nell’hardware. Se un telefono viene rubato o l’utente lo dimentica da qualche parte, Apple vuole garantire la fiducia dei consumatori, progettando i dispositivi in modo che non sia possibile recuperare informazioni personali.
«I nostri telefoni sono relativamente piccoli, si possono smarrire e possono essere rubati» ha dichiarato Horvath riportata da CBNC. «Se vogliamo essere sicuri di poter fare affidamento ai nostri dati sanitari e finanziari nei nostri dispositivi, dobbiamo essere sicuri che, in caso di smarrimento di un dispositivo, non perdiamo dati sensibili».
Horvath riferisce che Apple ha un team che lavora senza sosta per rispondere alle richieste delle forze dell’ordine quando possibile, ma non supporta l’idea dell’integrazione di una cosiddetta “backdoor”, una sorta di porta di servizio per permettere a terzi l’accesso al sistema. Per Horvath la creazione di backdoor nei sistemi cifratura non consente di risolvere presunti problemi legati a crimini come il terrorismo.
La manager di Apple ha evidenziato ancora tecnologie come la privacy differenziale di Apple, funzionalità di randomizzazione per l’utente quando si usano servizi come Mappe e il minor uso di dati possibili quando si sfrutta Siri. All’incontro a Las Vegas erano presenti: Erin Egan, Public Policy and Chief Privacy Officer for Policy di Facebook, Susan Shook, Global Privacy Officer di Procter & Gamble e Rebecca Slaughter, responsabile della Federal Trade Commission.
Horvath è una manager Apple meno conociuta rispetto al resto del team dirigenziale storico di Cupertino, questo anche perché non ha raggiunto un livello di anzianità tale da consentirle l’inclusione nella pagina dei dirigenti top. Tuttavia il suo ruolo è importante ed è diventato cruciale negli ultimi anni: tra i numerosi compiti deve, infatti “sorvegliare Apple affinché rispetti le leggi mondiali sulla privacy”, argomento e problematica sempre più spesso al centro delle dichiarzioni di Tim Cook, nelle politiche aziendali, in spot e materiali di marketing e comunicazione ma sopratuttto nelle tecnologie implementate da Apple in tutti i suoi prodotti hardware, sistemi operativi e software.
Tutti gli articoli di macitynet che parlano di privacy sono disponibili da questa pagina. Come avviene da anni Macitynet è a Las Vegas per offrire ai lettori reportage, fotogallerie, articoli e video delle novità più importanti: è possibile sfogliare tutti gli articoli sulle novità del CES 2020 a partire da questa speciale sezione del nostro sito.