Il governo cinese sembra mantenere una forte preoccupazione nei confronti di AirDrop e di altre funzionalità di condivisione di file a corto raggio, nonostante Apple abbia ceduto alle pressioni per rendere più difficile l’utilizzo di questa funzionalità da parte dei manifestanti.
Recentemente, l’Agenzia di Regolamentazione del Ciberspazio della Cina ha presentato una proposta preliminare che mira a limitare l’uso di AirDrop e di altre funzioni simili di condivisione di file abilitate tramite Bluetooth su dispositivi Android. Secondo questa proposta, Apple sarebbe obbligata a garantire che gli utenti utilizzino i loro veri nomi come nome del proprio iPhone.
Ricordiamo che il Governo monitora attentamente l’utilizzo di Internet nel paese, effettua scansioni dei dati archiviati su servizi cloud e vieta la maggior parte delle app di messaggistica crittografate end-to-end come WhatsApp e Telegram. È interessante notare che Apple è riuscita finora a evitare la stessa sorte per i suoi servizi iMessage e FaceTime.
In Cina, sono proibite anche molte app di social media straniere, tra cui Twitter, Facebook, Instagram, Reddit e molte altre. Inoltre, sono vietate anche le app VPN.
Perché AirDrop fa paura alla Cina
La peculiarità di AirDrop, che si basa su una connessione a corto raggio, rende impossibile per il governo cinese monitorare ciò che viene trasmesso attraverso questa funzionalità. I manifestanti a Hong Kong ne hanno fatto largo uso per condividere dettagli sulle proteste pianificate e altri materiali contro il governo, mentre utenti nella Cina continentale hanno fatto lo stesso per condividere manifesti che si opponevano a Xi Jinping e al governo cinese.
In risposta a queste preoccupazioni espresse dal governo cinese, Apple ha introdotto un timeout di 10 minuti per l’impostazione “Tutti” di AirDrop. Al termine di questo periodo, l’impostazione torna automaticamente a “Solo contatti”. Questo cambiamento ha reso di fatto impossibile l’utilizzo di AirDrop per manifestare, poiché gli utenti avrebbero dovuto riattivare manualmente l’opzione “Tutti” ogni 10 minuti.
Inizialmente, questa modifica era applicata solo ai modelli di iPhone acquistati nella Cina continentale. Tuttavia, molti proprietari di iPhone in altri paesi hanno manifestato interesse verso questa modifica, tanto che Apple ha successivamente deciso di estendere il cambiamento a livello globale.
Tuttavia, sembra che il governo cinese continui a temere AirDrop e altre funzionalità di condivisione di file a corto raggio. Secondo quanto riportato da CNN, è stata emessa una proposta preliminare da parte dell’Agenzia di Regolamentazione del Ciberspazio della Cina, per vietare la pubblicazioni o la condivisione di informazioni “illegali o dannosi” attraverso queste reti, incoraggiando a segnalare eventuali violazioni all’autorità di regolamentazione.
La legge proposta richiederebbe ad Apple di assicurarsi che gli utenti rinominino i loro iPhone con il loro vero nome.
Apple potrebbe tecnicamente conformarsi a queste richieste creando un sistema che richieda ai proprietari di iPhone cinesi di scannerizzare il proprio documento d’identità governativo per impostare il nome su iPhone, per poi bloccare la possibilità di modificarlo. Tuttavia, ciò comporterebbe che il gigante tecnologico dovrebbe nuovamente mettere in discussione i propri valori per accontentare la Cina.
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