Apple ha scritto al Comitato Giuridico del Senato americano per contestare l’ipotesi “sideloading” (in altre parole la possibilità di installare sui propri dispositivi app scaricabili all’infuori dell’App Store, ad esempio direttamente da Internet o da store alternativi), soluzione che vorrebbero alcuni sviluppatori per bypassare il sistema dei pagamenti delle app di Apple, ma gradita anche da Margrethe Vestager, commissario europeo per la concorrenza.
La Casa di Cupertino ha spiegato nella lettera le sue motivazioni, insistendo sul fatto che il “sideloading” potrebbe essere un vettore per il malware (Apple non avrebbe modo di controllare preventivamente le app disponibili su store che non sono di sua proprietà).
A gennaio la Commissione Giudiziaria del Senato ha votato a favore dell’Open Markets Act, il disegno di legge che potrebbe modificare gli Store di iOS e Android e che, se venisse approvato, obbligherebbe all’apertura, eliminando per gli utenti la necessità di passare per gli store ufficiali, come più volte richiesto in varie battaglie legali da Epic Games e altri sviluppatori contrari al monopolio.
Alla lettera in questione fa riferimento Reuters, scrivendo che l’azienda è a conoscenza del parere di Bruce Schneider, esperto di sicurezza, secondo il quale le preoccupazioni di Apple sul sideloading sono “infondate”.
La Casa di Cupertino ha spiegato che il sideloading è vantaggioso per chi crea malware; questi potrebbero ingannare più facilmente gli utenti, senza bisogno di “hackerare” prima i loro dispositivi. Il processo di revisione dell’App Store – sottolinea Apple – permette di innalzare un’elevata barriera contro le truffe più comuni sfruttate per distribuire il malware.
Apple spiega ancora che “è ampiamente dimostrato che app-store i terze parti sono un vettore-chiave per il malware sulle piattaforme che supportano questi store”.
La lettera della Mela è stata inviata a Dick Durbin, presidente della Commissione Giustizia del Senato, ma anche a rappresentati del sottocomitato antitrust.
L’Open App Markets Act prevede regole che potrebbero rivoluzionare il meccanismo di funzionamento degli store; tra le altre cose non sarebbe possibile chiedere agli sviluppatori di sfruttare meccanismi di acquisti in-app (con tanto di taglio delle commissioni) come condizione per l’utilizzo del market, penalizzare gli sviluppatori perché offrono prezzi migliori su un altro store e impedire agli sviluppatori di contattare in modo diverso gli utenti, proponendo loro offerte commerciali.