Apple ha acquisito per 20 milioni di dollari WiFiSLAM, una società specializzata in localizzazione dei dispositivi all’interno degli edifici. L’incorporazione dell’azienda menzionata dal Wall Street Journal e confermata da Apple con la consueta dichiarazione standard («compriamo di tanto in tanto piccole società»), è finalizzata a rafforzare il patrimonio di tecnologie a supporto di Mappe su cui Apple sta lavorando intensamente e specificatamente a sviluppare un sistema per rendere i dispositivi mobili in grado di identificare la propria posizione al coperto, dove non è disponibile la visione dei satelliti GPS o Glonass.
WifiSLAM è stata fondata nell’incubatore tecnologico dell’università di Stanford da Joseph Huang, che in precedenza aveva lavorato anche con Google, Jessica Tsoong, David Millman e Darin Tay (quest’ultimo era uno sviluppatore iOS sempre in Google) ed è stata finanziata per un milione di dollari da venture capitalist che hanno creduto nei suoi piani di sviluppo.
La tecnologia su cui si basa l’azienda californiana non è nuova, poiché usa il segnale delle reti Wi-Fi e Bluetooth per individuare la posizione relativa dei dispositivi; quel che ha suscitato probabilmente l’interesse di Apple è che WifiSLAM non ha lavorato, come altre concorrenti, con le realtà commerciali interessate a offrire servizi di localizzazione in interni, come ad esempio chi gestisce un supermercato o un museo, né con gli sviluppatori di hardware, ma ha preferito rivolgersi direttamente agli sviluppatori di applicazioni, costruendo un solido patrimonio in tecnologie utile a chi crea programmi per il posizionamento satellitare usando le componenti attualmente in commercio. E quindi possibile che la sua struttura, il suo know how e le sue tecnologie siano state ritenute facilmente assorbibili dal team che a Cupertino sta lavorando ai servizi di localizzazione.
L’interesse di Apple per questo tipo di tecnologia non stupisce. L’intero mondo dell’hi-tech ritiene cruciale la possibilità di usare i servizi di localizzazione in interni e la ragione è molto semplice: intorno ai servizi di localizzazione si sta sviluppando un fiorente mercato che unisce la possibilità di migliorare la qualità e la quantità delle informazioni fornite agli utenti dei dispositivi mobili, al marketing e alla pubblicità. Basti pensare che cosa potrebbero significare applicazioni che servono buoni sconto o annunci su offerte speciali, quando fossero in grado di localizzare con esattezza un telefono in un centro commerciale o un supermercato, oppure la rilevanza di un’applicazione che sia in grado di dirci dove ci troviamo all’interno di un aeroporto o una stazione ferroviaria o della metropolitana e indicare dove dobbiamo andare per arrivare al gate o al binario e quanto tempo potremmo metterci.
Google con le sue mappe ha già coperto alcuni aeroporti e zone commerciali negli Stati Uniti, ma anche Microsoft e Nokia sono al lavoro su tecnologie per la localizzazione in interni, ma su quest’ambito si sta impegnando importantissime aziende del wireless, come Broadcom, dei chip e dei chipset, come Qualcomm, startup e anche università americane. In generale la tecnologia usata è proprio quella di WiFiSlam, l’analisi della forza del segnale delle reti wireless che in interni (almeno negli Stati Uniti) abbondano, per identificare la posizione dei dispositivi, ma c’è anche chi sta usando soluzioni alternative come il magnetismo terrestre.
Qui sotto una mappa Google “indoor” di un centro commerciale americano